1074 VOLTE GRAZIE MIGLIONICO

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sabato 26 aprile 2008

Graziella Mascia : " 25 Aprile : nessuna intesa per modificare la Costituzione"

Dopo la vittoria delle destre il 25 aprile si carica di nuovi e importanti significati. Riaffermare l'antifascismo come radice culturale che accomuna il nostro Paese è oggi più che mai essenziale, dal momento che se venisse meno questa cultura, se si affermassero le logiche del revisionismo culturale proprie delle destre, il danno che si produrrebbe sarebbe gravissimo. Le istituzioni della nostra Repubblica sono a rischio: i tentativi di mettere in discussione i principi costituzionali, penso alle ipotesi di presidenzialismo, sono preoccupanti. Sono da scongiurare, soprattutto nel momento in cui la sinistra è assente dal Parlamento, tutte quelle intese tra maggioranza e opposizione che mirano a modificare l'assetto costituzionale della nostra Repubblica parlamentare. E' dunque fondamentale ripartire dal 25 aprile, dall'affermazione dei diritti sociali e di libertà conquistati grazie alla Resistenza e alla Liberazione. E' da qui che si deve iniziare a ricomporre il tessuto sociale del nostro Paese, oggi decisamente disgregato. E' un'esigenza che non può più essere rimandata, e per questo bisogna ricostruire una sempre più forte presenza delle forze di sinistra nel Paese reale, come nelle istituzioni

giovedì 24 aprile 2008

G8, assolto Caruso e gli altri 12 no global accusati di associazione sovversiva

Sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste i 13 no global (tra cui Francesco Caruso) imputati per associazione finalizzata a sovvertire l'ordine dello Stato nel processo che si è tenuto presso la Corte d'Assise di Cosenza. La sentenza è arrivata dopo poco meno di due ore di camera di consiglio ed è stata accolta con un urlo liberatorio da parte degli imputati. "Il pm Fiordalisi torna con la coda tra le gambe - ha detto Francesco Caruso, l'ex deputato di Rifondazione comunista - E' stato affermato il nostro diritto di contestare il G8. Adesso chi ha disposto questo assurdo teorema dovrebbe rispondere con la propria carriera".

Berlusconi No!

mercoledì 23 aprile 2008

Prc: Insediato il comitato di gestione - Maurizio Acerbo eletto portavoce

Ieri pomeriggio, presso la sede del Prc in viale del Policlinico, si è insediato il comitato di gestione del Prc, eletto nel corso dell'ultimo comitato politico nazionale, a seguito delle dimissioni e della conseguente decadenza dalle loro funzioni della segreteria e del segretario nazionale. Il comitato ha il compito di dare continuità all'ordinaria attività del partito e garantirne una gestione unitaria.
Maurizio Acerbo
, parlamentare uscente e già segretario regionale del Prc dell'Abruzzo, è stato eletto portavoce del comitato, con il voto contrario di Graziella Mascia, Titti De Simone, Francesco Forgione, Franco Bonato, Rosa Rinaldi e l'astensione di Gianluigi Pegolo.

I 12 membri del comitato di gestione sono:

Maurizio Acerbo, portavoce

Francesco Bonato, Maria Campese, Titti De Simone, Erminia Emprin, Eleonora Forenza, Francesco Forgione, Claudio Grassi, Graziella Mascia, Alfio Nicotra, Gialuigi Pegolo, Rosa Rinaldi.

La riunione si è svolta in un clima costruttivo e di collaborazione. Tra i temi affrontati quello delle iniziative a sostegno dei candidati del centrosinistra nei ballottaggi di domenica 27 e lunedì 28 aprile e l'appello alla mobilitazione del partito per le manifestazioni del 25 aprile e del 1 maggio. Il comitato ha espresso la necessità di aprire in tutto il Paese un dibattito sulle cause della sconfitta elettorale. Inoltre bisogna rilanciare una campagna straordinaria di tesseramento al Prc. Il rafforzamento del partito non deve significare in alcun modo il rinchiudersi in una nicchia, bensì mettersi a disposizione per la ricostruzione e il rilancio della sinistra, partendo dall'opposizione sociale e politica al Governo Berlusconi. Il comitato ha proceduto alla convocazione delle due commissioni congressuali, regolamento e politica, per martedì 29 aprile, al fine di avviare la discussione sull'iter congressuale. Le proposte che il comitato formulerà in proposito saranno discusse nel Comitato Politico Nazionale che si riunirà nuovamente sabato 3 e domenica 4 maggio.

martedì 22 aprile 2008

Rifiuti, piano per raccolta differenziata in 35 comuni

La Basilicata avvia la riconversione del ciclo dei rifiuti, con un piano per la raccolta differenziata che interessa gli oltre 100 mila abitanti di 35 comuni. La Regione, per iniziativa dell’assessore all’Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità, Vincenzo Santochirico, sosterrà quattro distinti progetti, con un impegno economico complessivo di circa 8 milioni di euro.
Al posto dei cassonetti situati per le strade cittadine, la raccolta dei rifiuti sarà effettuata con il metodo “porta a porta”: gli operatori ecologici preleveranno i rifiuti davanti alle porte di casa delle famiglie.
Nei sette comuni del Medio Agri (Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Guardia Perticara, Missanello, Roccanova e Sant’Arcangelo), un comprensorio con una popolazione di poco superiore a 14.000 abitanti, delle 4.500 tonnellate di rifiuti l’anno che si producono, attualmente, solo il 5 per cento viene differenziato. E ciò, nonostante da tre anni sia in atto un servizio di raccolta differenziata attraverso cassonetti e campane stradali. Il progetto che introduce il passaggio dal conferimento stradale a quello domiciliare, prevede il raggiungimento dell’obiettivo del 45 per cento di frazione differenziata. Saranno realizzate aree ecologiche presso cui conferire i rifiuti non differenziati e introdotti servizi mirati per le attività commerciali e artigianali, oltre all’introduzione della cosiddetta “tariffazione puntuale”, ovvero incentivi economici commisurati alla quantità di rifiuti differenziati. Il costo complessivo per la riorganizzazione del servizio negli otto comuni è di 1.198.500 euro. Il secondo progetto interessa tredici comuni della collina materana: si tratta di Accettura, Aliano, Calciano, Cirigliano, Craco, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Oliveto Lucano, Salandra, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico; un’area popolata da 35.000 abitanti, e che produce 11.373 tonnellate di rifiuti solidi urbani l’anno. Il progetto di raccolta differenziata a livello comprensoriale dovrà consentire di raggiungere in tempi ristretti gli obiettivi minimi fissati dal decreto Ronchi (40 per cento), per ottimizzare il servizio stesso, in modo da garantire ai comuni interessati un livello di economicità tale da poterlo assicurare anche nei prossimi anni. Il programma, dell’importo di 2.689.000 euro, dovrà essere avviato entro il prossimo mese di ottobre. E’ prevista la raccolta differenziata domiciliare a più frazioni, che possa incentivare il compostaggio domestico. Alle famiglie saranno distribuiti sacchetti colorati in polietilene, sui quali saranno indicati i materiali da smaltire. In zone baricentriche rispetto a più comuni saranno attrezzate aree di stoccaggio, che funzionino come veri e propri “centri ecologici”. I “centri ecologici” funzioneranno da punti di raccolta del materiale differenziato, che sarà successivamente trasferito nelle aree di stoccaggio di Ferrandina, Garaguso e Stigliano, così come previsto dal Piano provinciale dei rifiuti. Saranno acquistati mezzi e dotazioni strumentali (autocompattatori, macchine spazzatrici, lavacassonetti) dimensionati ai centri storici dei comuni. Costerà 2.059.000 euro il progetto di raccolta differenziata che interessa i centri della comunità montana Alto Bradano: Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Oppodo Lucano, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo, Tolve, Montemilone e Cancellara. Oltre alla raccolta “porta a porta” saranno realizzate cinque isole ecologiche. I lavori dovranno terminare entro il prossimo mese di ottobre.
I Comuni di Irsina, Grottole, Pomarico, Miglionico, Grassano hanno messo in piedi un progetto di organizzazione e gestione di un sistema di raccolta differenziata che interessa complessivamente 20.298 abitanti, che producono 7.500 tonnellate di rifiuti l’anno, di cui solo il 5% circa viene differenziato. Il sistema di raccolta, che consentirà di differenziare il 35 per cento dei rifiuti, avverrà attraverso tre tipologie di intervento: porta a porta, stradale spinto, stradale ordinario. Il sistema porta a porta sarà adottato nei centri storici, con il conferimento di materiale organico biodegradabile (scarti da cucina), secco riciclabile (carta, plastica, vetro, metalli), e residuo secco non riciclabile (legno, tessili, cuoio). Il sistema stradale di tipo spinto sarà adottato nelle aree di maggiore transito in cui è consentito l’uso di mezzi meccanici. In queste aree i cittadini dovranno conferire i rifiuti in contenitori stradali differenziati. Il terzo sistema, stradale ordinario, sarà utilizzato nelle aree extraurbane a scarsa densità abitativa. In questo caso, i cittadini dovranno conferire i rifiuti in grandi contenitori multimateriali.
Il proggramma, dell’importo di 2 milioni di euro, prevede anche la realizzazione di due isole ecologiche intercomunali (a Grassano e Miglionico). “L’impegno della Regione è quello di sostenere una svolta per la riconversione nel ciclo dei rifiuti – dichiara l’assessore Santochirico -, organizzando la raccolta differenziata in modo efficiente ed economico e con una copertura omogenea del territorio. E’ il modello di buon governo dei rifiuti riassumibile nelle quattro “r” dello slogan dell’Unione europea: risparmio delle materie prime; riuso dei prodotti; riciclo degli oggetti; recupero dell’energia contenuta nelle merci. L’obiettivo deve essere quello di realizzare la raccolta differenziata in tutta la catena dei rifiuti: dai mercati alle abitazioni fino allo smaltimento finale, da effettuare con le tecnologie più avanzate. Il ricorso alle discariche deve rispettare le normative europee ed essere uno strumento residuale di un ciclo che tenda innanzitutto al recupero delle materie prime usate per la produzione dei materiali”. “Comportamenti virtuosi, protratti nel tempo, danno diritto a pagare meno tasse locali, per cui i cittadini non sono tassati in ragione della potenziale produzione di spazzatura, ma premiati in proporzione al contributo che danno al suo trattamento. Se saremo in gradi di realizzare questa svolta – ha concluso Santochirico -, quello che oggi si presenta come un problema, presto potrà rappresentare una concreta opportunità, da cui ricavarne grandi benefici”.


Questo è un passo avanti! L'immobilismo dell'Amministrazione Comunale di Miglionico lo conosciamo tutti. Attendiamo ancora una risposta alla petizione sulla raccolta porta a porta a Miglionico, consegnata un mese fa al Comune.

Francesco Caruso: Extraparlamentari? Non solo necessità, ma anche virtù

Il disastro elettorale della sinistra, così come il fallimento dell'esperienza di governo, ci segnalano chiaramente che si è chiusa una fase politica e con essa gli spazi per una sinistra riformista e di governo: ora bisogna ricostruire, sporcandosi le mani nel disagio, nelle sofferenze, nelle contraddizioni che questo sistema neoliberista produce, una nuova sinistra antagonista, partendo dalla centralità dei movimenti e dei conflitti sociali, per fronteggiare l'ondata neoliberista del prossimo governo Berlusconi e intepretando il carattere extraparlamentare della sinistra non solo come una necessità ma anche come una virtù. E' veramente stupido pensare che la sinistra scompare in Italia semplicemente perchè non ha più una rappresentanza in parlamento: la sinistra continua a vivere come ha sempre fatto nelle battaglie, nei comitati, nelle vertenze, nelle lotte di tutti i giorni, contro la precarietà e la devastazione ambientale, contro la guerra e la globalizzazione neoliberista. E' quindi indispensabile non tanto un esercizio di autocritica, ma di umiltà: l'azzeramento dei gruppi dirigenti dei partiti è una condizione necessaria ma non sufficiente per ripartire, e non c'è alcuna alchimia politicistica attraverso la quale aggirare i problemi della fase. C'è veramente poco da accellerare, anzi forse è il caso di scoprire mai come oggi l'elogio della lentezza, affinchè dopo aver toccato il fondo non si incominci anche a scavare: non c'è bisogno di costruire un nuovo partito, ma qualcosa di altro da un partito politico, dobbiamo sradicare una cultura elettoralistica che ha avvelenato la sinistra e costruire uno spazio politico oltre le forme tradizionali e incancrenite della partecipazione e della rappresentanza politica, uno spazio nel quale le tornate elettorali sono uno strumento al servizio di un percorso politico e non viceversa, uno spazio per le lotte sociali, i conflitti e le comunità resistenti, uno spazio per l'autorganizzazione sociale estraneo alle burocrazie sindacali, uno spazio di critica attiva e di disobbedienza sociale ad un modello neoliberista di cui tanto Berlusconi che Veltroni sono strenui difensori. Contro questo modello neoliberista, nel quale siamo tutti sulla stessa barca ma c'è chi rema, suda e fatica ad arrivare a fine mese e c'è invece chi comodamente prende il sole e e nasconde il tesoro nei paradisi fiscali, dobbiamo ritrovare la forza, il coraggio e le passioni ideali, purtroppo annacquate e affievolite da questi due anni di governo.
Del resto, mai come oggi, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene.

lunedì 21 aprile 2008

Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. 19/20 aprile 2008

La sconfitta elettorale che abbiamo subito nelle elezioni del 13 e 14 aprile ha dimensioni storiche. Per la prima volta nell’Italia repubblicana la sinistra non è rappresentata in Parlamento. Tutto questo mentre la destra populista di Berlusconi vince con grande consenso popolare e al suo interno una forza xenofoba come la Lega raddoppia i suoi consensi cambiando ulteriormente il panorama politico del nord Italia. Le cause della nostra sconfitta vanno indagate a fondo perché riguardano l’essenziale, cioè il nostro rapporto con la società, con i mutamenti sociali di fondo. Non si esce dalla situazione in cui siamo senza un approfondito lavoro di inchiesta, di lettura partecipata delle dinamiche sociali. Questo lavoro dovrà caratterizzare il nostro impegno politico nella prossima fase. Riteniamo infatti che il punto centrale che ha pesato sul negativo risultato elettorale è il fatto che nel concreto contesto politico, istituzionale e sociale, non è stata riconosciuto l’utilità sociale della sinistra. E’ quindi sulla nostra utilità sociale, sul ruolo che la sinistra ha nella società che occorre riflettere e proporre per rientrare in gioco. Nell’immediato non si può non vedere come abbia pesato negativamente la nostra incapacità di utilizzare la presenza in maggioranza e la partecipazione al governo per dare una risposta ai principali problemi sociali del paese. La risicata vittoria del 2006 non chiedeva solo, per avere un senso, la sconfitta di Berlusconi, ma anche la sconfitta delle politiche berlusconiane. Il governo e la maggioranza nel loro operare concreto non hanno risposto a questa esigenza e si sono al contrario piegati alle esigenze dei poteri forti su tutte le principali questioni sociali: redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà, tassazione delle rendite, laicità dello stato per non fare che alcuni esempi. La nostra azione politica si è mostrata inefficace e in questo contesto è maturata la non percezione dell’utilità sociale della sinistra. Si è così consumata una crisi, la cui profondità non abbiamo saputo vedere, del nostro rapporto con il paese reale e in particolare con i movimenti e con le lotte. L’utilità dell’esperienza di governo come possibilità per invertire le politiche degli ultimi quindici anni si è rivelata, alla luce dei fatti, impossibile da realizzare e la nostra permanenza nel governo si è trasformata in un problema sia per noi che per i movimenti. A questo si è sommato il sistema elettorale bipolare e la campagna mediatica sul voto utile portata avanti non solo dai PD e PdL ma dal complesso dei mezzi di comunicazione di massa. Le elezioni sono state cioè un punto di passaggio per la costruzione di quel bipolarismo tra simili che è l’obiettivo delle classi dominanti di questo paese da almeno un quindicennio. Rendere le istituzioni impermeabili al conflitto sociale e rendere la politica uno strumento inservibile per l’emancipazione degli strati subalterni è l’obiettivo di questo bipolarismo che ha agito pesantemente nella campagna elettorale. E’ evidente inoltre che il modo in cui ci siamo presentati alle elezioni non ha funzionato. Di questo mancato funzionamento si danno letture tra di loro diverse e persino diametralmente opposte, ma il punto politico fondamentale è che comunque l’operazione è fallita, e che agli occhi di tutti è risultata una operazione politicista che non ha intercettato la crisi sociale. Il complesso di questi elementi, l’incapacità a trasmettere l’utilità sociale di una nostra affermazione, ha fatto si che noi abbiamo perso voti in tutte le direzioni: verso il non voto da parte di chi pensa che “siete tutti uguali”. Verso il PD da parte di chi, pur condividendo i nostri contenuti, ha ritenuto quello un voto più utile per battere Berlusconi. Addirittura verso la Lega da parte di ceti proletari che sentendosi non difesi dalla sinistra hanno pensato che visto che non si riescono a cambiare con un’azione generale le cose più importanti, almeno si migliorano le cose “a casa propria”.

Ripartire dal sociale
Questa sconfitta storica non è avvenuta in una fase di stabilizzazione economica e sociale. Noi non siamo dentro un ciclo di crescita economica che riduce le contraddizioni sociali. Al contrario siamo in una fase di crisi, con una insicurezza sociale e personale che sfiora l’angoscia. In quel sentirsi soli di fronte al pericolo è stato sconfitto il nostro progetto e la destra ha vinto le elezioni. Il punto è però che queste contraddizioni nella prossima fase sono destinate ad aumentare. Problemi di salario, precarietà, casa, ristrutturazione mercantile del welfare, aggressione del territorio e sua militarizzazione, sono destinati ad aumentare. Il nodo è se di fronte a questo inasprirsi della crisi sociale sarà la destra populista a farla da padrona con la proposta della guerra tra i poveri e la costruzione di capri espiatori, oppure se saremo in grado di ricostruire forme di solidarietà, di conflitto, di movimento, capaci di ricostruire una identità e una utilità sociale della sinistra. A partire da questo punto di fondo occorre definire attraverso quali strumenti si riorganizza il campo politico della sinistra. E’ infatti evidente che il rischio che stiamo correndo è che, dopo la sconfitta nella società, ci sia la disgregazione del tessuto militante e l’ evaporazione della sinistra politica in una babele di linguaggi e di proposte. Il punto non è quindi l’accelerazione non si sa bene vero che cosa, ma la definizione di percorsi concreti, che ridiano un senso di appartenenza ad una comunità e che siano efficaci socialmente.

1 - In primo luogo occorre rilanciare il PRC come corpo collettivo. Il tema della rifondazione comunista non sta dietro di noi ma dinnanzi a noi nella sua dimensione di progetto politico, culturale, sociale e nella sua dimensione comunitaria. Riattivare il Partito della Rifondazione Comunista come progetto politico necessario alla sinistra in Italia per l’oggi e per il domani è un punto decisivo da cui non si può prescindere, in tutti i suoi aspetti, dal tesseramento all’iniziativa sociale, politica e culturale. Riattivare il Partito della Rifondazione Comunista dando certezze alle donne e agli uomini che hanno scelto di appartenere a questa comunità e dunque sgombrando il campo dalle ipotesi di dissolvenza e superamento, che hanno connotato la fase che abbiamo alle spalle, si sono esplicitate durante la campagna elettorale, contribuendo al disorientamento e alla demotivazione. Riattivare Rifondazione Comunista, riaffermando un’etica della politica, nella coerenza tra ciò che si enuncia e ciò che si pratica come nel quotidiano esercizio e rafforzamento della democrazia interna, rilanciando il percorso di Carrara. Riattivare il conflitto di genere dentro il partito, perché diventi realmente un soggetto sessuato in cui le donne non siano né fiori all’occhiello, né quote. Un partito che assuma il femminismo come punto di vista da cui rileggere il mondo e si faccia attraversare quotidianamente dalla critica delle donne alla politica. Occorre sapere con precisione che il PRC è strumento indispensabile ma non sufficiente per la ricostruzione di una ampia sinistra anticapitalista in questo paese. Indispensabile e non sufficiente: i due termini non delineano uno spazio geometrico ma una cultura politica da cui siano banditi tanto il settarismo quanto il liquidazionismo.
2 - Contemporaneamente occorre porsi il compito di riaggregare il campo della sinistra. La domanda di unità che è emersa nel corso della campagna elettorale e che emerge oggi va raccolta perché è una grande risorsa per uscire dalla sconfitta. Il PRC è indispensabile ma non sufficiente, sia perché la sinistra politica è più ampia dei soli comunisti, sia perché le forme concrete di impegno a sinistra vanno ben oltre quelle codificate dall’appartenenza ad un partito. Movimenti, comitati, collettivi, associazioni, militanza sindacale, vertenze territoriali ed ambientali: mille sono i modi in cui si fa politica oggi a sinistra. Pensiamo solo a cos’è il No Dal Molin a Vicenza o il No TAV in Val di Susa.
Aggregare quindi il campo della sinistra a partire dalla valorizzazione di ciò che, a tutti i livelli, esiste e delle esperienze innovative che in questi anni ci sono state: basti pensare alla Sinistra Europea che proprio su questa idea è nata e ha fatto i suoi primi passi in questi anni. Ripartire dalla costruzione di spazi comuni della sinistra, di forme concrete di lavoro di inchiesta, di lavoro politico sociale e culturale sul territorio per costruire un percorso, non fagocitato da scadenze elettorali, che punti alla costruzione. dell’unità possibile di tutte le forze disponibili sulla base di contenuti, obiettivi, pratiche realmente condivisi. Un percorso unitario rivolto a tutti coloro che hanno sostenuto la Sinistra Arcobaleno e non solo. Un processo di aggregazione unitario che eviti la spaccatura tra chi propone la costituente della sinistra e chi propone la costituente comunista. Sono due proposte che frammenterebbero ulteriormente la sinistra, avrebbero effetti disgregatori nello stesso corpo di Rifondazione, il cui progetto politico è per noi prioritario rilanciare, dividerebbero la nostra gente sulla base di riferimenti ideologici privi di una consistente base politica. Due proposte che non affrontano il nodo principale: come ricostruire l’utilità sociale della sinistra. Occorre partire subito con un percorso di riaggregazione, le cui forme e modalità saranno riconsegnate alla libera discussione di tutte e di tutti nel percorso congressuale, che non commetta gli errori di politicismo e di verticismo che abbiamo avuto nella fase precedente. La sinistra può nascere solo come strumento di partecipazione, solo se le sue organizzazioni sono guidate dai principi democratici e dalla trasparenza, senza il predominio degli apparati, con le loro logiche di cooptazione. Per questo indichiamo la costruzione di una discussione, sia interna al partito che coinvolgente tutta l’area della sinistra arcobaleno, come priorità politica delle prossime settimane. Occorre riprendere la discussione.
Indichiamo parimenti la partecipazione a tutte le manifestazioni del 25 aprile e del 1° maggio presenti sul territorio con un messaggio chiaro: La destra populista cresce sui bassi salari, sulla precarietà, sulla mancanza di case e di servizi. Costruiamo l’opposizione sociale al governo Berlusconi.

Imma Barbarossa, Roberta Fantozzi, Loredana Fraleone, Fabio Amato, Ugo Boghetta, Bianca Bracci Torsi, Stefania Brai, Alberto Burgio, Maria Campese, Giovanna Capelli, Guido Cappelloni, Carlo Cartocci, Bruno Casati, Aurelio Crippa, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Claudio Grassi, Ramon Mantovani, Laura Marchetti, Citto Maselli, Giovanni Russo Spena, Bruno Steri, Luigi Vinci

domenica 20 aprile 2008

Spaccati al congresso

Da Aprileonline del 20/04/2008

Comitato politico nazionale, Paolo Ferrero contro Franco Giordano: è finita 98 voti a 70, un'annunciata maggioranza che però non è assoluta come temevano gli uomini della segreteria. Dunque, giochi più aperti che mai in vista del prossimo Congresso, convocato dal 17 luglio al 20 luglio prossimi, non dal 10 al 13 come proposto da Giordano ieri (sabato). Il segretario ha rassegnato ufficialmente le dimissioni. Da qui all'assise nazionale, Rifondazione sarà guidata da un comitato di garanzia sulla cui necessità, alla fine, si sono trovati d'accordo i due sfidanti. Sarà composto da dodici membri, eletti proporzionalmente (accolta anche questa proposta di Giordano) in base ai voti espressi dal comitato. Sei faranno capo all'ala guidata dal ministro della Solidarietà sociale, spalleggiato da Giovanni Russo Spena, Claudio Grassi di "Essere comunisti" ed ex membri della maggioranza, su tutti Ramon Mantovani. Cinque saranno riconducibili all'ex segreteria. Il dodicesimo sarà scelto tra quelli dell' "Ernesto" che, con la proposta analoga all'idea della costituente comunista lanciata dal Pdci, hanno raccolto 16 voti. E' stato, quindi, il giorno della vittoria di Ferrero. Nel discorso di oggi il ministro ha ribadito la linea che porta avanti da mesi e ha deciso di mettere ai voti dopo la pesante sconfitta elettorale. Un progetto che vuole il partito ancora protagonista nelle sfide future. Ha detto Ferrero: "La linea politica della segreteria di Rifondazione comunista è fallita e ora bisogna ricostruire la sinistra sul piano sociale, rilanciando il Prc nell'aggregazione di sinistra più ampia". Non si ritiene immune da colpe: "Io sono tra i massimi responsabili della sconfitta: non cerco capri espiatori, ho condiviso il percorso politico, non barbarizziamo il dibattito". La débacle nasce, secondo Ferrero, "nel punto fondante del rapporto tra la sinistra e la società: la gente non ha capito a cosa serviva votare la Sinistra arcobaleno". Ora come prima cosa, ha continuato, "dobbiamo ricostruire la sinistra sul piano sociale, altrimenti è solo una lotta fra poveri". Il ministro ha poi criticato il segretario dimissionario: "La colpa di Franco Giordano non è stata quella di portare avanti questa linea, ma di non contrastarla: se avessimo preso otto per cento alle elezioni ora non staremo facendo questa discussione". Una risposta indiretta alle affermazioni fatte ieri da Giordano, che si è difeso sfidando i critici a scovare una sua affermazione che sostenesse la necessità di sciogliere Rifondazione comunista. Alla fine, Ferrero ha rilanciato la sua proposta: "Rinsaldare il ruolo del Prc in una sinistra più ampia: il partito deve sapere se esiste o non esiste nei prossimi tre mesi, e deve sapere cosa fare nelle prossime settimane. Per questo ho chiesto con durezza la riunione di questo comitato politico: c'è Diliberto che propone la costituente comunista, c'è stata l'assemblea di Firenze, la politica non aspetta. La partita si gioca nelle prossime settimane". Alle parole di Ferrero è lo stesso segretario dimissionario a replicare, spiegando di aver "sempre teso a costruire le condizioni perchè non ci fossero lacerazioni ma si alimenti una discussione libera anche con posizioni diverse: la mia relazione andava esattamente in quella direzione". E sull'ipotesi di costituente comunista e costituente di sinistra Giordano ha spiegato ai giornalisti che essa "non può ripercorrere il modello federativo perchè i limiti sono sotto gli occhi di tutti e non può esercitarsi nella forma del partito unico perché questo non è il frutto di un processo innovativo". Sull'eventuale candidatura a segretario del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, Giordano ha commentato: "Vendola è uno dei protagonisti indiscussi, è autorevolissimo, ma non è di questo che ora si parla, ora la parola deve essere data agli iscritti". Al congresso. Lo stesso Vendola si è detto pronto a fare la sua parte "per rimettere in piedi la comunità". La partita è incerta, e Giordano lo sa: "Sono convinto che al congresso possa prevalere la cultura del Prc. Nel nostro documento c'è tutta intera la storia e l'apertura alla società del Prc, e siamo incoraggiati dall'assemblea di ieri a Firenze, e aggreghiamo personalità importanti come Nichi Vendola e Gennaro Migliore. Nell'altro documento, quello di Ferrero e Grassi, non ci sono i capisaldi del Prc: non c'è la nonviolenza, non c'è il rapporto con i movimenti, mi pare più un cartello elettorale" .

Al link Sinistra Arcobaleno c’è un altro nome - La sinistra di Miglionico in cerca di nuova identità

Da "Il Quotidiano" del 20/04/2008 - Nunzio Festa

MIGLIONICO - I rifondaroli miglionichesi contro la Sinistra Arcobaleno. Scavando dentro le viscere del partito di Giordano, non è affatto difficile capire come diversi circoli e dozzine di militanti del Prc non vedano di buon occhio il soggetto La Sinistra l'Arcobaleno; a parte cosa se n'è detto prima e durante la campagna elettorale, pubblicamente o in camera caritatis. Tanto per fare un esempio, se si volesse partire dalla questione dell'identità - elemento che per tanti ormai non è più certezza assoluta - si potrebbe dare un'occhiata al sito del circolo “Berlinguer”di Miglionico. E tanto per cominciare, ci s'accorge che pure lo spazio telematico subisce le trasformazioni derivanti dagli umori della base di Rifondazione. Quindi cliccando su http://cosarossamiglionico.blogspot.com/ apparirà il banner d'apertura “Sinistra Extraparlamentare Miglionico” proprio dove prima spuntava la scritta La Sinistra l'Arcobaleno. Dunque, questo vorrà dire qualcosa. Ma la questione più significativa, va specificato, è offerta dai contenuti del sito. Diversi, infatti, sono i post che presentato documenti contro le posizioni di Bertinotti, Giordano, Vendola, Migliore. Ovvero contrari all'idea di questi “pezzi grossi” di Rifondazione comunista che s'ostinano a guardare tutt'oggi benissimo il percorso e un futuro della Sinistra vestita dai colori dell'arcobaleno. I movimenti e le discussioni interne ai comitati politici nazionali di questi giorni, però, saranno in grado di dire il resto per un partito in difficoltà.

Giordano: ''Dimissioni e congresso dal 10 al 13 luglio''

"Dobbiamo assumerci le responsabilità ed è per questo che propongo che la segreteria si presenti dimissionaria e propongo inoltre la convocazione del congresso straordinario dal 10 al 13 luglio". Lo ha detto il segretario dimissionario del Prc Franco Giordano, intervenendo al comitato politico del partito. Giordano ha anche proposto di eleggere "su base proporzionale" un "comitato di gestione straordinario" che guidi il partito fino al congresso. Del comitato, ha precisato, non dovra' far parte "nessun membro della segreteria attuale". "Rifondazione può sopravvivere alla sconfitta elettorale ma non può sopravvivere ad una spirale di dissoluzione".