Questa cari colleghi è mercoledì 6 febbraio 2008
Intervento in Consiglio Provinciale del 5 febbraio 2008 del capogruppo PRC/SE Vincenzo Dambrosio
Questa cari colleghi è Sinistra Democratica sulla crisi alla Provincia di Matera
"Il dibattito svolto durante l'ultimo Consiglio Provinciale non ha fornito i chiarimenti che i cittadini della Provincia di Matera si attendevano. Abbiamo, come Sinistra Democratica, posto al presidente, Carmine Nigro, e a tutti i partiti del centro sinistra il tema che si chiarisse quale fosse la collocazione del Presidente all'indomani della caduta del Governo Prodi, per mano di Mastella.La richiesta non mirava ad innescare un processo di omologazione e quindi un effetto domino, in tutti gli enti dove il centro sinistra amministra con l'Udeur. Al contrario – sottolinea la nota del gruppo consiliare di Sinistra Democratica della Provincia - tendeva ad ancorare l'Udeur di Matera al centro sinistra e a rinforzare il legame del Presidente alla coalizione che nel 2004 lo aveva eletto, in un frangente molto delicato per la vita dell'ente, coinvolto in delicate indagini della Procura di Santa Maria Capua a Vetere. La delicatezza della fase politica nazionale e la nota indagine della Magistratura, non sono stati elementi sufficienti per far scegliere al Presidente la sua collocazione politica. Sinistra Democratica, ufficialmente, durante il Consiglio Provinciale, ha rimarcato la priorità che rivestiva la collocazione di Nigro su tutte le altre riflessioni che il centro sinistra sta consumando in provincia. Per dirla chiaramente anche la nostra eventuale presenza in giunta diventava elemento secondario. Quando i calcoli sulle prospettive personali hanno la priorità su gli interessi generali di istituzioni e territori si minano nel profondo le relazioni con i cittadini, - sottolinea Sd - aumenta il distacco tra eletti ed elettori si fornisce carburante all'antipolitica, si creano le condizioni affinché un alleanza si rompa. Il piegare le istituzioni ad interessi di parte è prassi che non ci appartiene e che non vogliamo avallare, per questo Sinistra Democratica non può più far parte della maggioranza che amministra la Provincia di Matera".
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Sinistra, un invito al Pd per il dialogo
La sintesi del vertice dei quattro partiti della Sinistra, incontratisi ieri pomeriggio alla fine delle consultazioni, è stata affidata al segretario del Prc. "Il giudizio unanime su questo nostro incontro è estremamente positivo", ha esordito Franco Giordano al termine delle due ore di faccia a faccia fra segretari e capigruppo della casa rossa. A seguire, il sunto di quanto deciso: "un'unica lista e un unico segno grafico" per presentarsi alla corsa elettorale. Ma sono il rapporto con il Pd e l'autocandidatura di Bertinotti a leader i due veri terreni su cui il confronto era così tanto atteso. E, naturalmente, Giordano non si sottrae. "Siccome siamo forza responsabile abbiamo deciso di chiedere una verifica politico- programmatica al Pd in maniera stringente, il cui taglio politico è determinato dal fatto che la crisi si è prodotta sul versante di centro", ha detto il segretario. Mentre per quanto riguarda il programma, Giordano ha spiegato che il punto di partenza sarà quella verifica mai presentata al governo Prodi ma a cui la Sinistra si era unitariamente impegnata, ovvero "temi importantissimi come la redistribuzione sociale, i salari, i diritti civili". Qualora il confronto con Veltroni cadesse in un nulla di fatto, con il Pd sempre più ostinato a correre da solo, allora e solo allora, ha aggiunto, "si dà unitariamente la disponibilità a sostenere l'autocandidatura di Bertinotti". Quello che muove in questa fase politica i quattro partiti, come ha sottolineato il verde Alfonso Pecoraro Scanio, è la coscienza che "regalare a Berlusconi la vittoria senza avere un confronto fra le due forze di Sinistra -il Pd che sta più al centro e noi, La Sinistra-L'arcobaleno- sarebbe un errore". Dunque, ha sottolineato con una metafora il leader della Sinistra democratica Fabio Mussi, "il Pd è partito con squilli di tromba con il da soli alle elezioni, poi abbiamo visto anche aggiungere la discriminante programmatica. Benissimo, ora andiamo a vedere le carte". Un modo che, come ha detto lo stesso Pecoraro Scanio, mette il partito di Veltroni di fronte alla responsabilità, in caso permanga il suo atteggiamento di chiusura, di aver consegnato il paese alla destra. Perciò confronto con i democratici prima di qualsiasi altra decisione in merito alla leadeship (in proposito il ticket con una donna, si diceva Grazia Francescato, sembra abbia suscitato malumori tra le compagne di Sd che non vogliono una pura testimonianza ma chiedono "alternanza nelle liste e capilista donne", dice Titti Di Salvo), ma anche rispetto ad ipotesi di accordi tecnici per il Senato, di cui Giordano ha parlato fin dalla mattina di oggi. Certo, la già stabilita candidatura di Bertinotti, sottolineano in molti, potrebbe far pensare ad un faccia a faccia con Veltroni ridotto a puro appuntamento formale. Al di là dei rumors politici, resta il fatto che dal vertice esce una scaletta ufficiale di priorità, dove il primo step è rappresentato dal tentativo di rilanciare una coalizione di centrosinistra in grado di competere con quella di Berlusconi. Soltanto dopo averne ratificato l'impossibilità si discuterà il da farsi, tenendo conto che l'obiettivo, ha specificato Pecoraro, è impedire che "in Parlamento ci sia una grossa forza che proponga grandi coalizioni con il centrodestra. Noi saremo un presidio in questo senso". E se il "si vedrà" -ufficiale- ha pesato sul tema della guida della coalizione e su quello di un possibile accordo al Senato con il Pd ("che non è desistenza, perché la desistenza con questo sistema elettorale non esiste", sostengono i partecipanti alla casa rossa), altrettanto posticipato, anche se con scadenza a breve termine, è stato il confronto sul simbolo. Qui la materia del contendere, come accaduto in passato, è sulla presenza della falce e martello: il Pdci e una parte del Prc non vorrebbero rinunciarci, mentre i Verdi hanno detto chiaramente no. "Ci sono due gruppi di lavoro per la campagna elettorale: uno sull'organizzazione e l'altro sul programma. Quello sull'organizzazione esaminerà, partendo dal simbolo grafico presentato a dicembre, come realizzare il nuovo in modo più efficace" ha precisato il leader verde. Già, perché la macchina elettorale della Sinistra sta per partire. Il 23 e 24 ci saranno iniziative diffuse su tutto il territorio nazionale per sollecitare una partecipazione sui temi del programma, una sorta di primarie, dove si voterà e si aderirà alla Carta degli intenti de La Sinistra-L'Arcobaleno. Un modo, dicono, di ripartire dai contenuti, rimandando i pur spinosi temi di leader e accordi di emergenza al futuro. Che però, vista la deadline di aprile, non potrà che essere molto prossimo.
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Gianni Palumbo (PRC) sulla crisi alla Provincia di Matera
“Nel Consiglio provinciale di oggi il presidente Carmine Nigro non ha fornito alcuna risposta politica ai problemi sollevati dal gruppo di Rifondazione Comunista e dal gruppo della Sinistra Democratica. La chiara situazione di difficoltà nella quale Nigro è precipitato è ormai inequivocabile”. E’ quanto afferma in un comunicato il segretario provinciale materano del Prc Gianni Palumbo.“Il nostro capogruppo – prosegue - pone una questione politica, come è facilmente evidenziabile dal suo intervento inviato oggi anche alla stampa, e il Presidente della Provincia arzigogola risposte improbabili che nulla o quasi hanno di politico.
La collocazione all’opposizione di Rifondazione Comunista è, lo ribadiamo, determinata da fatti politici concreti sui quali, ancora una volta, invece di rispondere seriamente si è preferito glissare. Non è stata data alcuna risposta rispetto alla collocazione politica del presidente Nigro e del suo partito all’interno delle maggioranze di questa Provincia, e di tutti quei luoghi dove in questa regione amministra.
Tra pochi giorni – sottolinea Palumbo - sarà la campagna elettorale a fornire il quadro degli schieramenti di campo, senza indugi. Si è persa una buona occasione per chiarire col dibattito in un luogo appropriato invece che fuggire senza fornire spiegazioni”.
martedì 5 febbraio 2008
I lavori del Consiglio Provinciale di Matera
Una riunione di maggioranza che definisca regole e comportamenti da mettere in pratica a partire dai prossimi giorni e, a conclusione di questo fondamentale percorso, il confronto in Consiglio. E’ la proposta, condivisa da maggioranza ed opposizione, avanzata dal presidente della Provincia, Carmine Nigro, in risposta all’intervento del gruppo consiliare Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo affidato ad Antonio Santochirico. “Vogliamo – ha detto – che si cambi registro proponendo una coalizione rinnovata nello spirito e nella pratica, a cominciare dal taglio dei costri della politica varando una Giunta a sei in luogo degli attuali otto rappresentata da tutti i partiti della coalizione”. Poi, la domanda chiave: “Chiediamo al presidente Nigro eletto con i voti del centro sinistra se è ancora del centro sinistra”.A stretto giro, la risposta di Nigro: “L’Udeur resta lì dove si è collocato”. Poi, ancora: “Quella della Sinistra Democratica è solo una posizione strumentale, più che altro frutto di una politica laboratorio che mal si collega alle istanze che arrivano dalle comunità provinciali”. Quindi, il riferimento a tutto quel che è accaduto negli ultimi mesi negli assetti dell’assemblea, “strappi a ripetizione di fronte ai quali l’impegno prioritario è stato quello di tenere unito il centrosinistra”. Altro passaggio nell’intervento del presidente Nigro ha riguardato il peso della Sinistra Democratica nel territorio: “Hanno chiesto due assessori esterni che, in aggiunta ai quattro consiglieri, avrebbero sovradimensionato la reale consistenza sul fronte del responso delle urne a loro carico, senza considerare che la loro elezione è avvenuta nelle liste dei Democratici di Sinistra”. Duro il commento di Nigro alla posizione assunta da Rifondazione Comunista. “La Giunta, presidente in testa, è stata accusata di far parte di un comitato d’affari. Di fronte ad una simile affermazione, rivelatasi peraltro infondata alla luce delle decisioni della magistratura era il caso – si chiesto Nigro – di continuare ad avvalersi della collaborazione di Rifondazione Comunista?”. E Nigro ha concluso: “Costruiamo le regole della partecipazione e dell’intesa ed uniformiamoci ad esse. Concludiamo la verifica e riprendiamo il cammino, peraltro mai interrotto, nonostante tutto, nell’interesse delle comunità provinciali”. E, al riguardo, su sollecitazione di Cosimo Mongelli, di Alleanza Nazionale, ha auspicato un immediato esame della questione sempre più esplosiva che sta investendo la valle del Basento con ridimensionamenti sempre più corposi sui livelli occupazionali e su quelli produttivi.
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lunedì 4 febbraio 2008
BERTINOTTI CANDIDATO PREMIER DELLA SINISTRA, SI' DA DILIBERTO
Appena due giorni fa, l'ipotesi che la leadership della 'Cosa rossa' fosse affidata a Fausto Bertinotti, rischiava di compromettere il difficile equilibrio tra i quattro partiti a sinistra del Pd. Il presidente della Camera, infatti, criticava la 'frammentazione dei partiti' e ribadiva d'essere favorevole ad un sistema proporzionale con lo sbarramento al cinque per cento; il segretario del suo partito, Franco Giordano, dinanzi ai mugugni della Sd sull'ipotesi di un ticket Bertinotti-Francescato, gettava acqua sul fuoco: "il confronto è aperto, le indiscrezioni sono infondate". Venerdì l'aria era quella di piena impasse. Oggi, con l'intervento dell'ex segretario di Rifondazione in tv ('In mezz'orà, su 'RaiTre'), che si candida apertamente a candidato premier della sinistra alternativa al Partito democratico, finisce il balletto delle indiscrezioni e, con il 'si'' di Oliviero Diliberto, giunto pochi minuti dopo le parole del presidente della Camera, lo scenario appare più chiaro. Unico paletto, posto tuttavia come 'condicio sine qua non' dall'ex segretario del Prc, è quello dell'unanimità della richiesta della sua candidatura: "Se la sinistra arcobaleno mi chiedesse di candidarmi alla presidenza del Consiglio (una candidatura simbolica visto che le nostre forze non ci consentono di puntare a quella carica), prenderei la richiesta in seria considerazione. Ma mi basterebbe un solo no - ha rilevato - per non farlo". Bertinotti vuole che sia chiara una cosa: il suo no a incarichi politici direttivi nella prossima legislatura: "Non sarò segretario di rifondazione comunista, non sarò segretario o presidente della Cosa Rossa. Farò il semplice parlamentare, perché la passione politica resta. Ma credo che l'Italia abbia bisogno di un ricambio generazionale". Si tratterebbe dunque solo di guidare la campagna elettorale della sinistra unita, "per 40 giorni", presentandosi come candidato di bandiera. "Ma dopo - preannuncia Bertinotti - rientrerei nei ranghi come semplice parlamentare". Subito arriva l'adesione di Oliviero Diliberto. Il sì del Pdci a Bertinotti candidato premier nella 'Cosa rossa', sottolinea, non è una novità, e non va interpretata come una scelta tattica imposta dalla crisi dell'esecutivo del 24 gennaio: "''Già alle europee del 2004, auspicai una unità delle sinistre guidata da Fausto Bertinotti"."Noi - il segretario del Pdci è stato netto - glielo chiediamo ufficialmente. Bertinotti è l'uomo giusto per unire tutte le sensibilità della sinistra". In serata giunge un giudizio positivo dal numero due del Pd. Dario Franceschini osserva che "Rifondazione è arrivata alla nostra stessa conclusione: quando le coalizioni non si costruiscono su un programma condiviso non funzionano".
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