1074 VOLTE GRAZIE MIGLIONICO

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sabato 1 dicembre 2007

NARDIELLO (PDCI) SU SITUAZIONE POLITICA

“Per la sinistra lucana è una settimana importante quella che si apre e che avrà come iniziativa centrale sabato 8 e domenica 9 l’assemblea a Roma degli stati generali della sinistra e dell’ecologismo. Un appuntamento al quale arriviamo con l’esperienza unitaria già avviata da qualche settimana”. Ad affermarlo è il capogruppo del Pdci in Consiglio regionale Giacomo Nardiello, per il quale “il dibattito politico nazionale sulle prospettive della sinistra vede da tempo i gruppi dirigenti e i rappresentanti istituzionali del Prc, Pdci, Sd e Verdi impegnati ad individuare percorsi ed iniziative di carattere regionale e locale perché il processo unitario in Basilicata diventi una sorta di ‘laboratorio’ e comunque assuma caratteristiche legati ai problemi specifici delle nostre popolazioni. E' iniziata una fase nuova, dopo la vicenda del protocollo sul welfare, una fase in cui dopo aver votato un'ennesima volta la fiducia, con molta sofferenza, anche sul welfare, d'ora in poi, come ha evidenziato con chiarezza il segretario Diliberto, su ogni provvedimento i Comunisti Italiani vogliono discutere”. “Anche alla Regione – afferma ancora Nardiello - come abbiamo sottolineato nei giorni scorsi in occasione dei primi commenti alla legge finanziaria 2008 che contiene il ‘popolare’ provvedimento (ma non esaustivo) sul taglio delle bollette del gas vogliamo discutere ogni provvedimento contenuto nella stessa finanziaria o in altri ddl e atti della Giunta regionale. Tra le emergenze che individuiamo c’è la questione petrolio con tre aspetti fondamentali: la salvaguardia del territorio e dell’ambiente; il protagonismo delle comunità e delle autonomie locali; la svolta nella spesa delle royalties. Sull’impatto ambiente-territorio delle attività di ricerca degli idrocarburi la vicenda di questi giorni di Monte Grosso con la mobilitazione di comitati di quartiere e cittadini di Potenza è emblematica: si tratta di affermare il principio che la gestione del territorio spetta alla Regione, ai Comuni e non alle compagnie petrolifere. Quanto ai soldi già spesi e a quelli da spendere con il Programma Operativo Val d’Agri, la svolta che chiediamo riguarda il rapporto spesa-benefici per evitare il finanziamento di opere superflue e la dispersione in mille rivoli e soprattutto per ottenere nuovi posti di lavoro stabili e superare il diffuso senso di sfiducia che lascia spazio ad iniziative localistiche slegate da ogni contesto generale”. “A sinistra – conclude Nardiello – esiste un'esigenza oggettiva di ricomporre le forze per pesare di più. Crediamo in un'aggregazione confederativa dove ciascuno rimane quel che è. Le riforme e il giro di consultazioni che il segretario del Pd Veltroni sta effettuando è l'altro tema di questi giorni: sulla legge elettorale i Comunisti italiani non hanno dubbi, proporzionale e maggioritario possono coesistere in questo modo si vota per i comuni, le province e le regioni. Due schieramenti e dentro ciascuno i partiti. Una legge che senza guardare ad esperienze d’oltralpe ‘garantisce la governabilità e il bipolarismo’. E ai nostri alleati del centrosinistra ricordiamo che c’è da portare a termine ancora il processo di riforme istituzionali regionali con l’aggiornamento e l’adeguamento dello Statuto”.

venerdì 30 novembre 2007

CIACP - La Cosa Rossa è esigenza vitale per il Sud, per l'Italia e per l'Europa

La Cosa Rossa è esigenza vitale per il Sud, per l'Italia e per l'Europa


Con l'incontro del 24 Ottobre u.s. tra gli onorevoli Giornadno (PRC), Diliberto (PDCI), Mussi (SD) e Pecoraro Scanio (Verdi), il confronto sulla "Cosa Rossa" ha ripreso il suo cammino. Trattasi di un'iniziativa giusta e quanto mai opportuna, sia perchè il progetto di dare vita ad una grande Sinistra Italiana inizia ad avere concreto avvio, sia perchè so dà una reale prospettiva politica alla grande manifestazione romana del 20 ottobre scorso, che ha visto sfilare un milione di lavoratori. Appare del tutto giustificata, anzi, l'esigenza di imprimere un'accelerazione al processo di formazione della Sinistra Italiana, avvertendosene il bisogno sia nel nostro Paese sia in Europa. Ne sarebbe stato contento Giorgio Amendola, di cui si celebra in questi giorni il primo centenario della nascita.
Assai importante, per l'appunto, è il segnale che viene dalla Germania, dove la "svolta a sinistra" del Congresso dell'SPD di Amburgo ha ricordato con orgoglio che, finalmente, "si torna a parlare di socialismo democratico", così come si parla di "ugualianza, giustizia sociale, più Stato e Welfare, meno privatizzazioni e basta con le rincorse al centro...". "Rieccoci, la SPD è ritornata ai suoi valori" - ha concluso fieramente Kurt Beck.
Quanto all'Italia, "Cosa Rossa" ha bisogno, a nostro avviso, di uscire da un certo verticismo e di allargarsi alla ben più ampia area della Sinistra, su tutto il territorio nazionale. I partiti della Sinistra, cioè, presenti nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni, dovrebbero, a nostro parere, rendersi promotori di incontri e dibattiti, pur tenendo conto delle diverse realtà locali.
Sappiamo che non sempre i rapporti fra i partiti della Sinistra, soprattutto in preriferia, sono idilliaci; ma anche per questo occorre che essi si confrontino non solo fra lora ma anche con tutte le forze della Sinistra non organizzata, giovanile e non.
Infine riteniamo utile sottolineare che problemi di simboli, nome e forme di organizzazione vanno affrontati con il massimo di duttilità, ricordando che in passato il elezioni varie per le liste unitarie - ma a volte anche di partito - sono stati utilizzati simboli nuovi e inediti come , , , ecc. Anzi, nomi, simboli e forme di organizzazione possono e devono costituire occasione per uscire dal proprio ambito e tentare una grande e fruttuosa unità.

Giuseppe Pace
Giovanni Caserta

Matera, 29 Novembre 2007

mercoledì 28 novembre 2007

Impegno del Prc, responsabilità del Governo

Alberto Burgio (Dep. Prc)

Per un anno e mezzo, insieme alle altre forze della sinistra, Rifondazione si è battuta perché il governo rispettasse gli impegni assunti dall'Unione in campagna elettorale. Un contributo che, a differenza di altri, è stato leale e costruttivo. Ma le ultime decisioni del governo costringono a guardare in faccia la realtà

I nodi stanno venendo al pettine. Per un anno e mezzo, insieme alle altre forze della sinistra, Rifondazione comunista si è battuta perché il governo rispettasse gli impegni assunti dall'Unione in campagna elettorale. A differenza di alcune forze moderate che hanno speso le proprie rendite di posizione ricattando la maggioranza e minacciando rappresaglie, abbiamo dato un contributo leale e costruttivo. Ma le ultime decisioni del governo ci costringono a guardare in faccia la realtà.
Limitiamoci al Protocollo sul welfare e sul lavoro (analoghe considerazioni potremmo svolgere sul "pacchetto sicurezza" e sulla partecipazione alla guerra in Afghanistan). Il governo ha cominciato con una prima grave forzatura istituzionale. Invece di chiedere al Parlamento una delega, è partito dalla trattativa con le parti sociali, per poi pretendere che il legislatore si limitasse a ratificarlo. Persino il capogruppo del Pd, l'on. Soro, ha rimarcato la gravità di questa violazione. Non è una questione di pura forma, perché la forma - trattandosi di rapporti tra poteri costituzionali - è sostanza. E perché questo grave vulnus ai principi costituzionali ha conferito un enorme potere di interferenza alla Confindustria, che infatti ha giocato pesantemente in questa partita a suon di minacce, veti e imposizioni. Sconcerta e inquieta che i sindacati - a cominciare dalla Cgil - non se ne avvedano, e che non capiscano che il loro coinvolgimento nel processo di formazione delle decisioni legislative in realtà li disarma, impedendo loro di agire in modo autonomo come attori nel conflitto. D'altra parte non c'è da stupirsene. L'instaurarsi di un modello neo-corporativo è l'approdo naturale della concertazione.
A questa prima grave decisione ne sono seguite altre. Quando il disegno di legge che recepiva l'accordo del 23 luglio è arrivato alla Commissione Lavoro della Camera, la maggioranza ha lavorato seriamente. Dando forma a un testo non certo privo di limiti anche seri, ma in punti significativi più avanzato di quello elaborato dal governo. La Commissione non ha accolto tutte le richieste rilevanti della sinistra. Sulle pensioni non ha accettato di introdurre un criterio di elasticità nel sistema delle quote, che eliminasse la soglia anagrafica minima (oltre i 57 anni) ai fini della somma tra età e anni di lavoro. In tema di lavoro, ha mantenuto la decontribuzione sullo straordinario (l'ennesimo regalo che questo governo fa alle imprese) e non ha accolto la richiesta di riconoscere ai lavoratori il diritto di precedenza anche ai fini di assunzioni a tempo determinato (il che rischia di trasformare la soglia dei 36 mesi in un boomerang, poiché le imprese saranno tentate di licenziare i lavoratori precari vicini a quella soglia pur di non doverli poi stabilizzare). Non solo. Compiendo una grave forzatura, le forze moderate dell'Unione hanno addirittura votato insieme alla destra per reintrodurre parzialmente il lavoro a chiamata. E tuttavia, a fronte di queste scelte negative (sulle quali si sarebbe potuto tornare nella discussione in Aula), la Commissione ha apportato anche alcuni rilevanti miglioramenti al testo del governo. Ai fini della definizione della platea dei lavori usuranti ha cancellato il riferimento agli 80 turni di notte. E, sui contratti a termine, ha imposto il riconoscimento dell'intera carriera lavorativa e stabilito che la proroga non può in nessun caso superare gli 8 mesi. A questo punto, com'è noto, il governo è tornato in scena, entrando a gamba tesa sul testo della Commissione.
Mostrando di non attribuire valore né al lavoro parlamentare, né alle domande emerse dalla grande manifestazione del 20 ottobre contro la precarietà (quasi che quel milione di donne, di giovani, di lavoratori non fossero parte del suo elettorato), il governo ha posto la fiducia. E non solo ha cancellato il frutto del faticoso lavoro della Commissione. Ha fatto di peggio. Inaugurando una prassi anticostituzionale, si è permesso di fare un po' di shopping tra gli emendamenti accolti, creando un nuovo testo che ne esclude molti (tutti quelli effettivamente migliorativi) e ne accoglie alcuni (tra i quali, guarda caso, la parziale reintroduzione del job on call).
Questo è avvenuto. Crediamo che tutto ciò si commenti da sé, anche alla luce del contesto che richiamavamo all'inizio. Un contesto che - per restare in argomento - annovera anche la violazione di un altro solenne impegno programmatico: la restituzione del fiscal drag, che, stando al recente rapporto dell'Ires, è costato ai lavoratori una perdita di potere d'acquisto di quasi 700 euro nei soli ultimi cinque anni. Siamo dunque in una situazione che richiama ciascuno alle proprie responsabilità.
Noi - Rifondazione comunista - ci sentiamo responsabili in primo luogo nei confronti di chi lavora e fa fatica ad arrivare alla fine del mese, in questo Paese sempre più ingiusto e ineguale. Nei confronti di chi ha un impiego precario, e non può difendere i propri diritti fondamentali poiché è minacciato nella sua stessa sopravvivenza. Nei confronti delle donne, che sono le più colpite dalla precarietà. Nei confronti di chi non riesce nemmeno ad andare in pensione o, conquistando questo traguardo, percepisce un'elemosina che lo costringe alla povertà o al lavoro nero. E il governo? Questo governo che ha ottenuto i voti dei lavoratori italiani promettendo di cancellare la precarietà e le leggi antisociali della destra, nei confronti di chi si sente responsabile?
A giudicare da quanto sta avvenendo in questi giorni, guarda altrove e per questo non merita più la nostra fiducia. Ma quegli impegni, ad ogni modo, restano e pesano. E non è difficile prevedere che, di questo passo, si ritorceranno pesantemente contro chi li ha assunti con disinvoltura, per poi rapidamente accantonarli.

PROVINCIA DI MATERA - ASSESSORATO : Formazione, Politiche Attive del Lavoro e Politiche Giovanili

COMUNICATO STAMPA

L’azione di sensibilizzazione intrapresa dall’Assessorato provinciale affinché i Comuni della provincia di Matera approvino nei rispettivi Consigli l’o.d.g. ‘Disposizioni in favore dei lavoratori e dei cittadini esposti all’amianto e dei loro famigliari’ sta ottenendo i primi, buoni risultati”.
Ad affermarlo è Rosa Rivelli, assessora alle Politiche Attive del Lavoro, Formazione e Politiche Giovanili della Provincia di Matera.
“Calciano, Ferrandina, Grassano, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Salandra, hanno già approvato l’o.d.g. – continua l’assessora – dimostrando come il territorio provinciale sia particolarmente interessato da una problematica che investe sia la sfera dei lavoratori che quella delle popolazioni e dell’ambiente ”.
L’iniziativa dell’Assessorato segue la deliberazione dello stesso o.d.g. avvenuta lo scorso 24 luglio nel corso del Consiglio provinciale di Matera e inviato alle maggiori cariche istituzionali del Governo con il proposito di chiedere l’accelerazione dell’iter di approvazione dell’omonimo disegno di legge che, oltre a prevedere importanti misure previdenziali, sanitarie e ambientali, riaprirebbe i termini per la presentazione delle domande di tutti quei lavoratori che non hanno richiesto nei tempi previsti i benefici derivanti dall’esposizione.
“Fondamentale, a tal proposito, – sottolinea l’assessora – è stata l’iniziativa unitaria della Sinistra e di Rifondazione Comunista in particolare che al Senato hanno proposto emendamenti accolti nel testo della Finanziaria 2008. E’ bene ricordare che i gruppi parlamentari al Senato di Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Verdi e Comunisti Italiani hanno presentato una proposta unitaria di 36 emendamenti tutti di grande rilievo politico e di forte impatto sociale. Tra questi e relativamente alle politiche per la salute dei lavoratori, con un’iniziativa senza precedenti, per la prima volta si istituisce il Fondo per le vittime dell’amianto e per il risarcimento di coloro che hanno contratto patologie a seguito dell’esposizione e per i loro eredi, con stanziamenti di 30 milioni di euro per il 2008 e il 2009 e di 22 milioni a decorrere dal 2010, oltre che un fondo per il risanamento degli edifici pubblici contaminati e lo stanziamento di 10 milioni per ciascun anno del triennio 2008-2010 per indennizzo per danni causati dall’esposizione all’uranio impoverito” .
Di fondamentale importanza le iniziative promosse dall’Associazione Italiana Esposti Amianto, da Medicina Democratica, dai Comitati per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, dal Sindacato che il 16 e 17 ottobre scorsi hanno manifestato davanti al Senato, interloquito con il Governo e condiviso con molti senatori la necessità di presentare emendamenti sul tema specifico dell’amianto.
“L’auspicio – conclude l’assessora Rivelli – è che all’indomani dell’approvazione definitiva della Finanziaria, il Parlamento dia corso immediatamente alla redazione di un piano di utilizzo di queste risorse. Seppur in presenza di stanziamenti che solo in piccola parte potranno soddisfare il reale fabbisogno, è manifesta la volontà del Governo di rispondere concretamente ad una problematica sociale così importante. Si ribadisce, tuttavia, che solo approvando in tempi brevi il disegno di legge già in Commissione, si potrà affrontare organicamente la questione dell’amianto. La collaborazione sinergica tra gli Enti e le Associazioni, infine, è opportuna perché i diritti dei lavoratori e le istanze dei cittadini attraverso le Istituzioni trovino giusto ascolto e siano finalmente legiferate dopo decenni di battaglie”.
Matera, 27 novembre 2007
Speriamo che qualche consigliere comunale di Miglionico voglia prendere in considerazione questo o.d.g. Grazie!

lunedì 26 novembre 2007

Dica il Pd se il centrosinistra è ancora la sua opzione

Piero Di Siena.
Bisogna riconoscere a Silvio Berlusconi di essere l'attore politico che meglio si adatta a questo particolare rapporto tra società e politica che si sta affermando nei principali paesi a capitalismo avanzato, il cui effetto è la speculare distruzione del ruolo della politica e di ogni legame sociale. Dopo aver annunziato per settimane che il governo Prodi sarebbe caduto sulla Finanziaria al Senato e aver clamorosamente fallito in questa previsione - al punto che il suo amico-nemico Gianfranco Fini ha pensato che fosse giunto il momento di assestargli il colpo di grazia -, il Cavaliere risorge dalle ceneri come l'"araba fenice" assegnandosi 7 milioni se non addirittura 10 di sostenitori e annunziando la nascita di un nuovo partito pronto a fare a meno della coalizione di destra e, soprattutto, pronto a mettersi d'accordo con il Pd di Veltroni per blindare il sistema politico italiano in una sorta di bipartitismo "coatto". Lo strumento può essere il sistema "tedesco" versione Veltroni che è poco definire una truffa o la legge che il referendum partorirà se nessun accordo si rivelasse possibile.
Il primo risultato di tutto ciò è che nessuno parla più dei contenuti della Finanziaria approvata al Senato, di come continuerà il suo cammino alla Camera, di come si intreccerà con il disegno di legge sul Welfare. Tutta l'attenzione è ormai spostata in avanti, sulla legge elettorale. E la Sinistra è costretta a sfogliare la margherita giocando di rimessa di fronte a ogni questione, rimanendo di volta in volta stretta nella difensiva. Ora la legge elettorale, ieri nella trattativa sul Welfare i vincoli di bilancio, domani probabilmente il rifinanziamento delle missioni militari. Il timore di provocare una rottura o lo spettro di ripetere lo scenario del '98, quando Rifondazione provocò la caduta del governo Prodi, hanno impedito alla sinistra di fare in autunno ciò che ragionevolmente andava fatto: provocare una verifica politica esattamente su quei tre punti, senza che il maturare degli eventi creasse le condizioni per le quali ognuno di essi arrivasse al pettine nei tempi e nei modi decisi dagli altri protagonisti della scena politica.
E' in questo quadro che Berlusconi è entrato a gamba tesa, sperando che il Partito democratico di Veltroni, che dal canto suo ha mostrato insofferenza per il condizionamento esercitato dai suoi alleati almeno pari a quella dichiarata da egli medesimo nei confronti dei propri, gli faccia da sponda.
Tocca a Veltroni non cadere nella trappola, che può anche consistere nell'illusione di poter giocare al gatto e al topo con Silvio Berlusconi. E sarebbe bene che la Sinistra pretenda che il Pd dica con chiarezza se il centrosinistra resta la sua opzione strategica. Se così non fosse il futuro della democrazia italiana ormai segnato dalla fine di questa seconda Repubblica, che a veder bene non è mai nata, assumerebbe dei contorni inquietanti.
Certo è che qualcosa deve significare se i due maggiori partiti italiani, nel centrosinistra e nel centrodestra, hanno preso ambedue una deriva populistico-plebiscitaria. E' questo potenziale perverso connubio che la Sinistra deve proporsi di battere. E' sperabile che negli Stati Generali dell'8 e del 9 dicembre la Sinistra discuta di questo piuttosto che del suo destino e di quello dei partitini che la compongono.