1074 VOLTE GRAZIE MIGLIONICO

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venerdì 14 dicembre 2007

LOMBARDI (PRC) SU SCIOPERO E MORTI BIANCHE

“Condivido e aderisco alla giornata di lotta indetta oggi dai sindacati metalmeccanici e che ha visto una manifestazione anche nella zona industriale di Potenza e a cui la votazione della finanziaria non mi ha permesso di essere presente”. Lo ha detto la deputata lucana del Prc-Se, Angela Lombardi.
“I metalmeccanici hanno scioperato per dire basta alla quotidiana sequenza di omicidi prodotti dai così detti “incidenti” sui posti di lavoro e che la strage di Torino, degli operai della ThyssenKroup, ha così drammaticamente messo in evidenza. E’ arrivato il momento che a dire basta siamo tutti noi, che i lavoratori non siano lasciati soli dopo che i media spegneranno i riflettori sulla tragedia di Torino. La strage è quotidiana, anche qui nella nostra regione, proprio oggi – ha continuato la parlamentare - abbiamo avuto notizia che un altro lavoratore, Armando Penta è deceduto per le conseguenze di un “incidente” avvenuto nella zona industriale della Val Basento, il suo nome si aggiunge a quelli di Canio Lovallo, Salvatore Tolve, Domenico Vito Abelardi, lavoratori deceduti nella nostra regione solo nell’ultimo mese e che si aggiungono ad un elenco che sembra inarrestabile. Non è più il momento della retorica e dell’ipocrisia, quelle che sembrano attribuire alla sfortuna e alla fatalità le morti e gli infortuni e vogliono demandare tutto unicamente alle leggi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, magari rendendo colpevoli della loro sorte i lavoratori stessi. Come si può avere sicurezza sui luoghi di lavoro quando il lavoro è sempre più devalorizzato, reso precario, sottoposto sempre più alla logica del profitto? Tutte le cose invocate in definitiva e giornalmente da Confindustria e dai suoi vassalli.
Questo è il vero punto della questione, se non si sostituiscono i diritti alla precarietà, ogni altro provvedimento in materia potrà ben poco. E’ una lotta in cui il mio partito è impegnato, insieme ad altri soggetti politici e sindacali, ma in un’epoca – conclude Angela Lombardi - in cui la precarietà sembra dominare, è impossibile ottenere risultati senza una stagione di rivendicazioni e mobilitazioni in cui, lo ripetiamo le lavoratrici ed i lavoratori non devono essere lasciati soli”.

PALUMBO (PRC): MORTI BIANCHE, UN'INTOLLERABILE STRAGE

“Ogni operaio che muore è un ulteriore segno, oltre che di immenso dolore, di pezzi di civiltà cancellata. Cancellata dalla logica del profitto e dell’aberrazione materiale che ha portato al disprezzo della vita. Se, come afferma il segretario della Filcem-Cgil, “ci troviamo di fronte ad un caso di banditismo industriale di imprese senza scrupolo”, dovremmo almeno interrogarci sulla necessità della politica di porre un argine al divenire tumultuoso di questi mostri che strappano la vita di donne e uomini in carne ed ossa, ferendo mortalmente il corpo stesso del lavoro”. Lo afferma segretario provinciale del Prc di Matera, Gianni Palumbo, a seguito della morte in un incidente sul lavoro di un operaio in Val Basento.
“E’ intollerabile – continua Palumbo - la strage che ogni anno attraversa il Paese, Basilicata compresa, di morti bianche. Un governo che voglia distinguersi contro la deriva di civiltà, deve poter porre in essere l’obiettivo concreto di cambiare il segno del precipitare impetuoso di tale deriva.
Rifondazione Comunista esprime segno di cordoglio per l’operaio della Mcm, morto in Val Basento, e invoca la verifica e i controlli per perseguire coloro che di questa tragedia si sono resi responsabili”.

BASTA MORTI SUL LAVORO, BASTA PRECARIETA!

Oggi è il momento del lutto e del silenzio. Esprimiamo tutto il nostro dolore per la morte dei 4 quattro giovani operai morti alla ThyssenKroup, e per la morte dell'operaio di 52 anni morto cadendo dall'altezza di 7 metri a Pisticci Scalo negli stabilimenti ex Anic.
Morire di lavoro non è accettabile per un paese civile. Ora vogliamo dire basta accanto a tutti gli operai, non staremo ad aspettare. Ogni anno muoiono migliaia di uomini e donne sul loro posto di lavoro. Muoiono per imperizia e per negligenza delle imprese, perché sotto ricatto e perché per troppe imprese la rincorsa dei profitti vale anche la vita dei propri lavoratori, il mancato rispetto della legislazione sulla sicurezza e sul lavoro. Il nostro dolore è silenzio, rispetto e contemporaneamente un grido di indignazione. Il Governo, il Parlamento hanno una responsabilità politica che non si può occultare, i datori di lavoro in troppi casi hanno una responsabilità oggettiva che va denunciata e perseguita.
Oggi, venerdi 14, partecipiamo alla giornata di lotta dei metalmeccanici manifestando insieme a tanti altri sotto le sedi di Confindustria in più di 40 città italiane. Lo facciamo come gesto di solidarietà con gli operai in sciopero, ma anche per pretendere ancora una volta la cancellazione delle leggi che rendono la vita precaria a tanti ragazzi e ragazze in questo paese. Non vogliamo più essere insicuri, non vogliamo, come dice Confindustria, “lavorare di più per guadagnare di più”, perchè questo significa essere ricattabili, significa ogni giorno esporsi ad un pericolo in più dato dalla stanchezza, dallo stress, da un’incubo che trasforma tutto il tempo di vita in tempo di lavoro.
Non si può più vivere di precarietà e morire di lavoro. Dov’è in questo momento chi invoca ad ogni piè sospinto ‘legalità’ per criminalizzare povertà ed emarginazione?

giovedì 13 dicembre 2007

Intervento di Nichi Vendola all’Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti

SIMONETTI (PRC), NARDIELLO (PDCI) SU LEGGE SICUREZZA LAVORO

“Il nostro auspicio è che la tragica coincidenza della legge regionale sulla sicurezza nei posti di lavoro con la ‘strage’ degli operai della ThyssenKrupp di Torino possa rappresentare una svolta nell’affrontare i problemi della salute e della sicurezza sul lavoro non solo in Basilicata ma nell’intero Paese rafforzando in tale direzione l’impegno del Governo”. Lo hanno sostenuto in una dichiarazione congiunta i capigruppo del Prc Emilia Simonetti e del Pdci Giacomo Nardiello. “Ovviamente – aggiungono - non basta una nuova legge sulla sicurezza sui posti di lavoro, come quella appena approvata, sia pure di recente, in Parlamento per prevenire le ‘morti bianche’ e gli infortuni, se non accompagnata da un’attività di promozione ad ogni livello delle misure anti-infortunistiche e inoltre che la normativa nazionale per essere più efficace deve trovare strutture e organismi a livello regionale”. “La dignità delle persone – continuano Simonetti e Nardiello - inizia dal riconoscimento del diritto al lavoro, un diritto che è garantito e tutelato dalla nostra Costituzione a partire dall'articolo 1, che richiama il lavoro come fondamento della Repubblica, fino all'articolo 41, che sancisce la necessità di riconoscere dignità e sicurezza, e passando per l'articolo 2, che definisce i diritti inviolabili dell'uomo nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità”.
“Purtroppo – continuano i capigruppo del Prc e del Pdci - il nostro sistema non riesce a essere efficace né quando si tratta di abbattere il fenomeno infortuni né quando si tratta di limitare l'incidenza delle malattie professionali. Il numero di infortuni non scende al di sotto del milione ogni anno, e mediamente ogni giorno muoiono in Italia più di tre lavoratori sul lavoro. Stiamo parlando di un'ecatombe sotto gli occhi di tutti, anche di chi fa finta di non vedere”. Per Simonetti e Nardiello “è perciò necessario tenere assieme, coerentemente, le attività di prevenzione e repressione, a fianco alla necessità di favorire una vera e propria svolta culturale”.

mercoledì 12 dicembre 2007

LA SINISTRA L’ARCOBALENO SU USO ACQUA IN BASILICATA

“La manifestazione dei cittadini di Rotonda è il segno di un forte malessere che esiste nelle nostre comunità sul modo come funziona e viene gestita Acquedotto Lucano e qundi una delle risorse più importanti e primarie per ogni cittadino”.
Lo sostengono in una nota le forze politiche lucane (Sd – Prc – Pdci – Verdi) che fanno parte della federazione denominata La Sinistra L’Arcobaleno.

“Un agire e fare dei soggetti gestori della risorsa, Ato e Acquedotto Lucano, - sottolineano - più vicino alla cultura privatistica che alla affermazione di modelli basati sulla democrazia partecipata della cosa pubblica.
L’acqua è un bene comune non mercificabile, la sua gestione deve essere improntata al duplice obiettivo della garanzia di accesso per tutti e della tutela della risorsa per le generazioni future.
Le lotte per il riconoscimento e la difesa dell’acqua come bene comune stanno interessando tanti territori del nostro Paese.
All’obiettivo del mantenimento nelle mani pubbliche della gestione dell’acqua – continuano le forze politiche - bisogna affiancare quello della efficienza/efficacia e trasparenza dell’azione dei soggetti gestori. Puntare alla riduzione dei costi delle bollette attraverso l’implementazione degli investimenti, la riduzione degli spechi/perdite ed alla corretta utilizzazione, oltre che assunzione del personale.
Interventi distintivi di una politica capace di coniugare esigenze locali con il diritti all’accesso alla risorsa a pari condizioni per tutti.
Serve un governo condiviso e partecipato del ciclo integrato dell’acqua attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di coinvolgimento delle rappresentanze dei cittadini.
In specifico per la Basilicata si tratta di definire un nuovo sistema di tariffazione per fasce sociali, ridurre in modo consistente i costi di gestione di Acquedotto Lucano che sempre più assomiglia ai vecchi enti che tanti sperperi hanno prodotto.
Siamo convinti – conclude il comunicato di Sd-Prc-Pdci-Verdi - che le ragioni della protesta dei cittadini di Rotonda vanno ricercate negli eccessivi costi dell’acqua piuttosto che nella logica di campanile come qualcuno l’ha definita considerate le questioni poste e la loro condivisione dei contenuti alla base della manifestazione dei primo dicembre a cui hanno massicciamente partecipato”.

Intervento di Pietro Ingrao all’Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti

lunedì 10 dicembre 2007

Risoluzione finale dell'Assemblea della Sinistra e degli ecologisti

Nei prossimi mesi…

1. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti assume la proposta della carta degli intenti e la immette dentro un percorso partecipativo nei territori, nelle associazioni, nei movimenti, nelle forze politiche partecipanti al percorso di costruzione del soggetto unitario, plurale, federale della sinistra.

2. Ugualmente, nel percorso partecipativo di discussione, vengono messi i report e i materiali dei tavoli tematici svolti l’8 dicembre con l’obiettivo di determinare la condivisione di un impianto generale politico programmatico della sinistra unitaria, plurale, federale.

3. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti indice una grande campagna di ascolto nel Paese: si svolgano assemblee in tutte le città, si costituiscano comitati promotori, aperti ad associazioni, movimenti, donne e uomini singoli, si costituiscano case comuni nei territori, laboratori sociali, luoghi aperti alla partecipazione più ampia possibile, si utilizzi il portale web condiviso.
Individuiamo, altresì, la necessità di incontri territoriali e nazionali di donne e uomini impegnati nelle istituzioni regionali e locali.
Entro i primi due mesi del prossimo anno, pensiamo possa essere fatto una prima verifica di questo processo partecipativo che si concluda sabato 23 e domenica 24 febbraio con due giornate generali di assemblee popolari in tutte le città e con un pronunciamento popolare che si esprima direttamente sulla costruzione unitaria in corso, la carta di intenti proposta, le campagne politiche da promuovere.

4. Vogliamo costruire il soggetto unitario, plurale, federale come un nuovo spazio pubblico della politica, aperto alla partecipazione di partiti e soggetti politici, altri soggetti organizzati in movimenti e associazioni e anche a singole donne e singoli uomini non iscritti ad alcuna forza politica e non direttamente coinvolti dentro la partecipazione ad altri soggetti collettivi. Le forme della discussione, della partecipazione e della decisione sono quindi fondamentali e in gran parte inedite. Proponiamo, anche in questa direzione, un vero percorso partecipativo e di stabilire tra le prime prima tappe di esso, lo svolgimento di un seminario nazionale, convocato con la stessa apertura dell’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, da svolgersi entro il mese di febbraio del prossimo anno.

Dichiarazione d'intenti

Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all'Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L'Italia moderna, nata dalla Castituzione repubblicana, democratica e antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.
Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell'ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraveso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L'ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ad autonoma, capace di competere per l'egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centorsinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai grupi e ai partiti più importanti della sinistra e dell'ambientalismo in Europa.
La sinistra/l'arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell'ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.
Mettere in valore l'ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminaizone verso le donne. Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un'economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell'umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell'informaizone, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell'epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.
La sinistra/l'arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l'umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L'Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irachena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c'è bisogno di un'Europa più forte ed autonoma.
La sinistra/l'arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l'omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali ed istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.
La sinsitra/l'arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall'opposizione. I temi all'ordine del giorno sembrano "autorità, governabilità, decisione", non si vede che quelli veri sono l'autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l'autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.
La sinistra/l'arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l'antico trasformismo. Se c'è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell'ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla pèerdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, 'ndrangheta, camorra; dall'oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.
Noi, partecipanti all'Assemblea generale della sinistra e degli eoclogisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinsitra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare ativametne alla costruzione el nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.
Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situaizone italiana e influenzare la politica europea.


Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti