1074 VOLTE GRAZIE MIGLIONICO

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venerdì 31 ottobre 2008

In Valbasento Panasonic arenata sugli incentivi all’esodo

Panasonic non torna indietro. Chiusura confermata. Ma ancora nessun accordo sulle modalità di cessazione dell'attività. La trattativa si è arenata sull'importo dell'incentivo all'esodo: 15 mila euro la cifra proposta dal mangement aziendale, almeno il triplo la richiesta della controparte. I rappresentanti di Filcem Cigl, Femca Cisl e Uilcem Uil, come nel precedente incontro, hanno lasciato il tavolo senza sottoscrivere alcun accordo. Ogni decisione è stata rinviata al prossimo 5 novembre, prima cioè del passaggio in Regione fissato per il giorno successivo. Tesissimo il clima al tavolo e tra i lavoratori che hanno atteso l'esito della trattativa fuori. Sotto la sede della Confindustria di Matera, immediata è esplosa la rabbia dei circa novanta dipendenti della multinazionale giapponese che avrebbero voluto si mettesse già oggi tutto nero su bianco. Slogan contro la proprietà sono stati urlati a squarciagola per ore, impedendo di fatto al management aziendale di lasciare la sede di Confindustria. Eppure il confronto, questa volta, sembrava essere partito con il piede giusto. Ribadito che, purtroppo, non ci sono soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento di Pisticci scalo, dove si producono laminati per circuiti elettronici, l'azienda si è detta disponibile a riconoscere 75 giorni di retribuzione piena e, subito dopo, un periodo di cassa integrazione straordinaria di un anno, a cui, prima che scatti la mobilità, non è escluso se ne possa aggiungere un altro una volta allargato il confronto anche alla Regione. Un passo avanti rispetto a una settimana fa quando il colosso dell'elettronica non aveva lasciato alcuno spiraglio di trattativa, limitandosi ad annunciare il licenziamento immediato di tutto il personale in organico. Poi lo scoglio dell'incentivo all'esodo ha fatto impantanare la trattativa, senza che nemmeno si facesse in tempo ad aprire il capitolo del doppio binario per gli ultra cinquantenni. Sta di fatto che, comunque la si voglia leggere, si tratta di una sconfitta, l'ennesima, per l'area industriale che con l'abbandono di Panasonic perde un altro pezzo importante.


Colgo l’occasione a nome mio, del Partito della Rifondazione Comunista di Miglionico e della Provincia di Matera per esprimere la vicinanza ai lavoratori della Panasonic di Pisticci Scalo, che stanno vivendo momenti difficili. Riteniamo grave la decisione della Panasonic di voler chiudere lo stabilimento di Pisticci Scalo, un impianto attivo da pochi anni dove lavorano una novantina di persone, la maggior parte ragazzi che hanno sulle spalle 30 anni di mutuo. Io ho lavorato tre anni alla Panasonic e conosco tutti quei ragazzi che ora stanno lottando contro la chiusura dell’azienda e spero che riescano a raggiungere gli obbiettivi prefissati. Colgo l’occasione per fare un appello a tutti i politici lucani, soprattutto a quelli che governano questa Regione. È arrivato il momento di dire basta a questa politica industriale dell’elemosina verso le multinazionali che vengono qui solo a “mangiarsi” i contributi. La Panasonic e l’ennesima azienda che chiude i battenti e se ne va. Non dimentichiamoci di Nylstar, CFP e Pregis, solo per nominare le ultime aziende chiuse negli ultimi 3 anni, prima ancora la Carbon Valley, la PNT e tante altre.


Antonio Centonze

operaio Valbasento

Gli 80 anni di Giuseppe Pace militante appassionato e convinto

Compie 80 anni Giuseppe Pace, instancabile militante politico, cui la nostra città, la nostra regione e soprattutto i piccoli Comuni molto debbono. Nato a Miglionico da povera famiglia il 28 ottobre 1928, in tempi difficili, quando iscriversi al Partito Comunista Italiano significava farsi discriminare, se non perseguitare, condusse battaglie politiche e sindacali nel suo piccolo paese, di cui diventava giovanissimo sindaco. Il contatto con la gente e gli impegni amministrativi lo convinsero che un conto è stare in piazza a protestare, un conto è stare sul Comune ad amministrare. Ciò lo indusse ad evitare qualunque forma di estremismo e dogmatismo, pur senza mai dimenticare le istanze che venivano dal basso. Del resto, politica si fa, o almeno si faceva, per dare una risposta alla strada, si vuol dire alla gente comune delle casalinghe, dei disoccupati, dei giovani e dei pensionati, cioè dei più deboli. Collocandosi in questa ottica di saggia moderazione e di sano realismo, nella convinzione che il buon senso vale più del senso comune, Pace toccò il massimo del suo successo personale come militante politico, quando fu eletto segretario della Federazione del Partito Comunista di Matera. In ciò ebbe il sostegno di un maestro di vita e di pensiero, cui fece sempre riferimento: quel Giorgio Amendola - Giorgione - che, negli anni del dopoguerra, organizzò le lotte per la terra in Basilicata e per molti anni fu responsabile regionale del partito. Di Amendola, recentemente, Pace ha voluto la pubblicazione di un illuminante discorso tenuto a Matera nel 1965, e da lui religiosamente conservato fra le sue carte segrete. Nel 1970 Giuseppe Pace diventava consigliere regionale e, quindi, vicepresidente del Consiglio, entrando nel gruppo dei fondatori della Regione, cui fu dato uno dei più illuminati e saggi statuti. Lasciata la militanza attiva nel partito, colpito nella sua sensibilità di convinto socialista (ma anche comunista), ha seguito negli anni, con malinconia, le evoluzioni ed involuzioni del suo Pci, sulla cui democraticità non ebbe mai dubbi. Gli spiacevano le inclinazioni verso quel liberismo che oggi accusa tutti i suoi limiti e danni, inducendo alla conversione anche i teorici più dogmatici di esso. Undici anni fa, impressionato dal silenzio politico che avvolgeva la città di Matera, ma anche la Regione, Pace radunò alcuni amici, di diversa provenienza politica, ma tutti ugualmente preoccupati della democrazia e della giustizia da garantire alla nostre popolazioni. Fondò il Ciacp (Centro di Iniziativa e Analisi Culturale e Politica), di cui fu Presidente e animatore e che, da sinistra, fu voce critica e spesso scomoda. Col Ciacp, Pace, insieme ai suoi collaboratori, condusse battaglie decise per la difesa della Costituzione nei referendum, contro lottizzazione e il clientelismo, in difesa dei piccoli Comuni, contro il federalismo fiscale e gli attentati della Lega, registrando due importanti iniziative editoriali con la pubblicazione del discorso di Amendola del 1965 e con la pubblicazione di gran parte dei discorsi tenuti alla Camera, in quindici anni di impegno instancabile, dall'on. Michele Bianco, anch'egli di Miglionico, cui si deve, fra le numerose e benemerite iniziative, la prima proposta di legge per il risanamento dei Sassi. L'ultimo intervento di Pace, appenadei giorni scorsi, registra la proposta di una legge regionale che disciplini l'estrazione del petrolio in regione. Di Giuseppe Pace, insomma c'è ancora bisogno. E' per questo che oggi, in un momento difficile per la sua salute, gli inviamo i più affettuosi auguri di pronta guarigione edi ripresa della lotta ideale per un mondo, per una Lucania e per una Matera diversa.

Noi del Partito della Rifondazione Comunista circolo "E. Berlinguer" di Miglionico inviamo i nostri più calorosi auguri a Peppino Pace, uomo della sinistra lucana e figura importante per noi comunisti di Miglionico.

mercoledì 29 ottobre 2008

Decreto Gelmini. Ottavio Frammartino (PRC): il Referendum è l'unica strada

“Referendum, è l’unica strada da percorrere per dare speranza a questo paese, che con il provvedimento approvato oggi in senato vuole uccidere la scuola pubblica ed il futuro dei giovani”. Lo sostiene il segretario provinciale del Prc di Matera, Ottavio Frammartino.
“Questa sarebbe anche una risposta democratica di fronte alla arroganza al limite della democraticità dimostrata da questo governo, che decide decreta ordina. Studenti e professori hanno avuto seri motivi per protestare. E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che «colpiscono il cuore pulsante di una nazione», come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c’è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente "contenimento della spesa", a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti.
Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s’abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede che questo decreto venga abrogato. L’ostinazione dimostrata in questo caso – dice ancora Frammartino - è quella di una visione autoritaria della gestione del paese. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e "baronìe", nonché le "allegre e disinvolte gestioni". Adesso la parola deve passare ai cittadini, noi un paio di settimana fa con il gruppo regionale Prc aveva prospettato la possibilità della via referendaria, chiedendo al presidente De Filippo di prendere l’iniziativa con le altre Regioni affinché almeno 5 Regioni così come prevede la legge, votino in consiglio regionale la richiesta referendaria per abolire la Gelmini”.

lunedì 27 ottobre 2008

Lo dice anche l'arcivescovo di Monaco, il comunismo è attuale e necessario

"Marx? E' un errore considerarlo morto". "Il movimento marxista ha cause reali e pone questioni giustificate". "Poggiamo tutti sulle spalle di Marx, perchè aveva ragione". Il comunismo è definitivamente sparito?: "niente affatto, poichè vediamo che Marx sta rivivendo adesso una rinascita, al punto che sono triplicate le vendite del Capitale"!
Chi è che dice queste cose? Sono per caso brani tratti dal documento conclusivo del congresso di Rifondazione vinto dai "comunisti identitari"? Niente affatto. Si tratta di una intervista al "Der Spiegel" dell'Arcivescovo di Monaco di Baviera!
Quanto hanno lo sguardo rivolto all'indietro i dirigenti della sinistra italiana che definiscono il comunismo una parola "indicibile"! La crisi odierna del capitalismo dimostra al contrario quanto restino valide le analisi di Marx e quanto sia necessario rivoluzionare alla radice questa società continuando a lottare per un mondo il cui motore non sia il profitto di pochi, ma le esigenze della collettività e il rispetto dell'ambiente. In una parola il Comunismo!