Oggi è il momento del lutto e del silenzio. Esprimiamo tutto il nostro dolore per la morte dei 4 quattro giovani operai morti alla ThyssenKroup, e per la morte dell'operaio di 52 anni morto cadendo dall'altezza di 7 metri a Pisticci Scalo negli stabilimenti ex Anic.
Morire di lavoro non è accettabile per un paese civile. Ora vogliamo dire basta accanto a tutti gli operai, non staremo ad aspettare. Ogni anno muoiono migliaia di uomini e donne sul loro posto di lavoro. Muoiono per imperizia e per negligenza delle imprese, perché sotto ricatto e perché per troppe imprese la rincorsa dei profitti vale anche la vita dei propri lavoratori, il mancato rispetto della legislazione sulla sicurezza e sul lavoro. Il nostro dolore è silenzio, rispetto e contemporaneamente un grido di indignazione. Il Governo, il Parlamento hanno una responsabilità politica che non si può occultare, i datori di lavoro in troppi casi hanno una responsabilità oggettiva che va denunciata e perseguita.
Oggi, venerdi 14, partecipiamo alla giornata di lotta dei metalmeccanici manifestando insieme a tanti altri sotto le sedi di Confindustria in più di 40 città italiane. Lo facciamo come gesto di solidarietà con gli operai in sciopero, ma anche per pretendere ancora una volta la cancellazione delle leggi che rendono la vita precaria a tanti ragazzi e ragazze in questo paese. Non vogliamo più essere insicuri, non vogliamo, come dice Confindustria, “lavorare di più per guadagnare di più”, perchè questo significa essere ricattabili, significa ogni giorno esporsi ad un pericolo in più dato dalla stanchezza, dallo stress, da un’incubo che trasforma tutto il tempo di vita in tempo di lavoro.
Non si può più vivere di precarietà e morire di lavoro. Dov’è in questo momento chi invoca ad ogni piè sospinto ‘legalità’ per criminalizzare povertà ed emarginazione?
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