Il mese di ottobre è stato caratterizzato da due eventi significativi.
La straordinaria manifestazione del 20 ottobre a Roma e la grande riuscita della giornata di mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici del 30 ottobre.
Il 20 ottobre è stato animato da un popolo di sinistra consapevole, determinato, che ha ancora voglia di esprimersi. Un popolo per cui la politica è ancora partecipazione attiva.
Un popolo che ha chiesto al Governo – al proprio governo - di cambiare le sue scelte di politica economica e sociale e alla sinistra politica di unirsi.
Anche gli scioperi e le manifestazioni dei lavoratori metalmeccanici di oggi, a sostegno della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale, sono il segno di una richiesta di cambiamento, ci parlano di protagonismo, di fiducia nell’agire collettivo, di consapevolezza e determinazione. I metalmeccanici non si sono fatti comperare dai “30 denari” elargiti da alcune grandi aziende (Fiat in testa), ma continuano a difendere il contratto nazionale di lavoro e a sostenere richieste che ruotano, oltre che sugli aumenti salariali, sulla lotta alla precarietà e sulla ripresa della contrattazione della condizione di lavoro.
Le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, dei giovani precari, di chi ha manifestato il 20 a Roma e oggi in tutte le principali città italiane non possono essere deluse.
La straordinaria manifestazione del 20 ottobre a Roma e la grande riuscita della giornata di mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici del 30 ottobre.
Il 20 ottobre è stato animato da un popolo di sinistra consapevole, determinato, che ha ancora voglia di esprimersi. Un popolo per cui la politica è ancora partecipazione attiva.
Un popolo che ha chiesto al Governo – al proprio governo - di cambiare le sue scelte di politica economica e sociale e alla sinistra politica di unirsi.
Anche gli scioperi e le manifestazioni dei lavoratori metalmeccanici di oggi, a sostegno della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale, sono il segno di una richiesta di cambiamento, ci parlano di protagonismo, di fiducia nell’agire collettivo, di consapevolezza e determinazione. I metalmeccanici non si sono fatti comperare dai “30 denari” elargiti da alcune grandi aziende (Fiat in testa), ma continuano a difendere il contratto nazionale di lavoro e a sostenere richieste che ruotano, oltre che sugli aumenti salariali, sulla lotta alla precarietà e sulla ripresa della contrattazione della condizione di lavoro.
Le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, dei giovani precari, di chi ha manifestato il 20 a Roma e oggi in tutte le principali città italiane non possono essere deluse.
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