Il segretario regionale di Rifondazione comunista, Michele Saponaro, ha annunciato le dimissioni dall’incarico. “Anche in Basilicata la proposta politica de La Sinistra-L’Arcobaleno è stata battuta sonoramente. L’ossessione del ‘voto utile’, indotto dalla polarizzazione voluta dalle scelte populistiche – quelle rozze e indecenti, cioè razziste, mafiose, padronali, egoiste del centro-destra; quelle ‘interclassiste’, che volutamente tendono a confondere, sotto l’egida del mercato, gli interessi del capitale e del lavoro – spiega con tutta evidenza – ha sostenuto Saponaro - il grado di irrazionalismo inculcato nelle scelte elettorali con il chiacchiericcio dei salotti buoni televisivi; ma soprattutto, l’impotente solitudine della ‘scelta di parte’ fatta in ritardo dalla Sinistra, come estremo tentativo di salvarsi dalla sua fine. Ne è conferma proprio il contestuale voto amministrativo, che risarcisce in qualche modo la sinistra lì dove si è coalizzata con il PD. Ho condiviso le scelte fatte e questo motiva le mie dimissioni. In realtà, da tempo la politica del Novecento – e di cui ancora nel ’68 e fin nei primi anni ‘70 abbiamo avuto la ventura di viverne gli ultimi sprazzi – non è più il luogo della decisione perché – continua ancora - le decisioni restano per principio sottratte alla discussione pubblica, che così si adatta passivamente alla politica, così come la politica si è passivamente adattata all’economia e questa alla tecnica. Ma la Tecnica tende solo al proprio autopotenziamento, da cui traggono profitto i potentati economici indifferenti alle sorti umane. Questo processo oggi si è disvelato fino al punto di risolversi in un procedimento regolamentato dall’acclamazione, indotta dalla fascinazione televisiva, di élite chiamate alternativamente al potere. Oggi, è toccata a Berlusconi, legittimato da un elettorato che non poteva far altro, a prendere decisioni all’interno dello scenario dischiuso e predisposto dalla tecnica (per decidere sì o no l’apertura di centrali nucleari, introdurre organismi geneticamente modificati, petrolio o fonti rinnovabili, acqua pubblica o privata, tassi d’inflazione, ecc.; per tali decisioni, occorrerebbe essere di volta in volta fisici atomici genetisti, consulenti di organismi internazionali - FMI, Banche, Borse, ecc.). Non sta qui il progressivo disinteresse dei cittadini di fronte alla politica, incapace di indicare un modo diverso e più efficace per restituire agli uomini - costretti oggi a confrontarsi in disperse formazioni, quando non individualmente col volto tremendo del futuro, dell’ignoto, dell’incommensurabile, quale oggi la tecnica è - il diritto di parola sulla loro vita sociale e collettiva? Paradossalmente, spezzati gli antichi legami affettivi e comunitari originati proprio – ha affermato - per sottrarci al terrore della solitudine e dell’irreperibilità di una traccia di senso, la loro assenza, oggi, ci rigetta in quella stessa paura del futuro che la natura incomprensibile metteva agli antichi. Non sono morte le ragioni della Sinistra e del suo popolo, neppure in Italia: lavoro, democrazia, partecipazione, cultura del limite; sono gli oggetti del nostro interrogarci e che fanno la vera politica. Non ci si può rassegnare al conformismo e al rischio della scomparsa degli uomini e della natura. Ma per un progetto simile occorrono altre forze, altre energie, un’altra generazione di cittadini. Noi possiamo solo – conclude Saponaro - ripartire dal dichiararci ‘parte’: dalla parte delle ragioni del lavoro e della precarietà del lavoro e della vita”.
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