Altro che 6-7%. Altro che disfatta. La Sinistra Arcobaleno - stando ai sondaggi riservati in mano alla coalizione guidata da Fausto Bertinotti e che Affari ha potuto visionare - la Cosa Rossa si attesta nell'ultima rilevazione del 10 marzo all'8,5% rispetto all'8 di sette giorni prima. Ma soprattutto, in base ai dati territoriali, si nota come l'Arcobaleno possa, a meno di un mese dall'apertura delle urne, superare lo sbarramento a Palazzo Madama in molte regioni. Creando così non poche difficoltà praticamente a tutte le altre formazioni politiche nella Camera Alta. Stando ai numeri riservati che circolano nel quartier generale di Rifondazione Comunista, la sinistra radicale al momento può ottenere da 21 a 26 senatori. La forchetta è così ampia perché molto dipende dal risultato dell'Udc nelle singole regioni. Ma veniamo ai dati. In Piemonte Bertinotti è accreditato del 9%, due seggi sicuri a Palazzo Madama e il terzo scatterebbe se Casini non superasse lo sbarramento dell'8%. In Lombardia la Sinistra Arcobaleno vale l'8%, che corrisponde a 5 o 6 senatori (la variabile è sempre legata al risultato dell'Unione di Centro). In Liguria i sondaggi danno il 9,5%, ovvero un seggio. Dieci per cento tondo in Emilia Romagna, pari a tre senatori. Ottimo 12,5% in Toscana (il dato più alto) che corrisponde a tre eletti a Palazzo Madama. Un seggio dovrebbe arrivare anche dall'Umbria e uno dalla Marche, dove la Sinistra Arcobaleno vale rispettivamente l'11,5% e il 10. Buona anche la percentuale nel Lazio (9,5%), pari a 2 o 3 senatori. In Puglia la Cosa Rossa si attesta all'8,5%, in rialzo di quasi due punti in una settimana, pari a uno o due seggi a Palazzo Madama (la differenza è sempre legata alla performance di Casini). Un senatore anche in Basilicata, dove la percentuale è l'8,5%. Mentre in Sardegna, con lo stesso risultato che emerge dai sondaggi (8,5), si oscilla tra uno e due senatori. Ci sono poi le regioni dove l'Arcobaleno è sotto lo sbarramento. Ma ad esempio in Campania e in Calabria il 7,5% lascia aperta qualche speranza a Bertinotti. Molto difficile invece la sfida in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo (7%). Praticamente impossibile in Sicilia (6%). Il risultato a livello di senatori (tra 21 e 26) è comunque del tutto lusinghiero e nettamente più alto rispetto alle stime di 15 emerse negli ultimi giorni. Ma la complessità della legge elettorale per Palazzo Madama trasforma la Cosa Rossa in una sorta di incubo un po' per tutti. SA si dividerà ovviamente il premio di minoranza (45%) nelle regioni dove supererà la soglia dell'8. E questo comporta una diminuzione dei seggi per il Popolo della Libertà laddove appare scontata la vittoria di Veltroni. Ovvero in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche. A subire invece l'effetto Bertinotti nel Nord (Veneto escluso) sarà il Partito Democratico. Restano poi le regioni in bilico, dal Lazio alla Puglia, dove chi perde tra i due principali poli dovrà spartirsi i seggi di minoranza con la Sinistra Arcobaleno , riducendo così il numero di eletti. Si tratta perciò di una variabile complessa e determinante al tempo stesso, che potrebbe incidere sui numeri a Palazzo Madama, favorendo o allontanando il rischio pareggio. C'è poi un'altra ripercussione, che non riguarda né Berlusconi né Veltroni. Il superamento della soglia dell'8% in molte zone da parte della Sinistra Arcobaleno riduce drasticamente il numero di senatori dell'Udc, in particolare al Sud. Di fatto, Casini è quello che più di tutti verrà penalizzato se i sondaggi interni a Rifondazione risulteranno veri. Sondaggi che a livello generale vedono lo schieramento Pdl-Lega al 45%, rispetto al precedente 44,5 (Popolo della Libertà 39,5 e Carroccio 5,5). La coalizione Pd-Idv è invece al 36,5%, in leggero calo dal 36,8 (Partito Democratico 33 e Italia dei Valori 3,5). L'Udc vale il 6,5% (era al 7), la Destra è stabile al 2% e gli altri raccolgono il 2,5.
lunedì 17 marzo 2008
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