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giovedì 27 dicembre 2007

Sinistra, la capacità di futuro

Da Aprileonline
Una sinistra capace di senso, capace di sé. Non è una sfida minimale quella che vogliamo porre in essere. Una sfida cominciata certo molti anni fa per quasi tutti noi, quando abbiamo deciso di sfatare il tempo inteso solo come stasi, un tempo immobile che nulla aveva da offrirci se non la resa di ogni volontà di trasformazione. Questo è uno dei motivi che ci ha fatto scegliere l'azione politica, unita alla voglia che quella trasformazione potesse inclinare i disequilibri di questo mondo, invertendoli e generando possibilità ulteriori: pace, saperi inclusivi e aperti, un'armonia responsabile tra persona e pianeta, una giustizia in rima col bene. Questa trasformazione non è avvenuta, anzi, più profonde sono le cause che inverano ogni speranza. L'epoca delle passioni tristi, per dirla con Benasayag, produce inquietudini e paure: le sole novità intorno alle quali ci si sente meno soli. Un assurdo, questo, privo di senso che seduce invitando a rinunciare a qualsiasi ricerca di un possibile diverso, di un altro reale. Ma se con ferocia questa realtà cerca di farci rinunciare a qualsiasi narrazione, con altrettanta forza dobbiamo reagire. Non solo per contrastare, ma per reclamare la nostra capacità di futuro. Partendo dalla ri-costruzione della memoria, che non è cedere ad alcun revisionismo o selezionare le storie di cui si può continuare a gloriarsi, tutt'altro: è la capacità di esercitare in modo vigile e critico lo sguardo acquisendo esperienza da ciò che già fu esperienza. Questo consente la solidificazione delle idee: permette la creazione di cultura, di una cultura condivisa. Una cultura necessaria per la politica, che doti di strumenti e attrezzi necessari chi agisce come noi la politica per poter affrontare in maniera efficace i problemi insoluti, in cui lo stallo diviene crisi, la mancanza di risposte l'unica risposta data e il distacco tra il quotidiano e il politico sembra farsi incolmabile. Partire da qui per cercare ancora, perché capire è scoprire il mondo, questo e un altro mondo possibile che durante la stagione dei movimenti anche noi abbiamo provato a immaginare e praticare. Una ricerca che non sarà facile e breve. Il 26 gennaio sarà una giornata dove misureremo i due tempi della sinistra, quello vissuto fin qui che ci ha visto partecipi di una rimodulazione del campo delle forze, e quello della forza che sarà, una suggestione che vuol farsi progetto, l'avevamo precedentemente definita, e un progetto che inizia a delimitarsi. Crediamo che l'8 e il 9 dicembre siano stati solo il primo, timido ma necessario, passo verso una sinistra larga, unita e plurale. Il primo passo verso quello che vorremmo fosse il nuovo socialismo e la nuova sinistra, una cultura politica che assieme vogliamo scrivere, cucendola addosso al nostro vissuto. Sarà, il 26 gennaio, la prima prova di una scrittura collettiva di una storia di cui vogliamo farci protagonisti e narratori insieme, come dire.. una wikisinistra, dove assumere assieme la responsabilità di individuare risposte e insieme di porre domande inedite. Pensiamo ad esempio alla precarietà intellettuale, nella duplice accezione di una precarizzazione di intelligenze svilite e vilipese da un sistema che non le accoglie, non le usa, ma le sfrutta al ribasso e le consuma senza coglierne la portata potenziale, e di saperi precari che non forniscono più un'intellegibiltà a questo mondo e a questo tempo che rifiutano ogni accumulazione di senso che non sia prodotto dalle religioni o dal mercato. Crediamo, invece, nella creatività di cui siamo portatori come leva fantastica con cui muoversi dalla stasi all'estasi. E crediamo che ci vogliano per far ciò nuovi meridiani di pensiero per orientare e orientarsi. Questi vorremmo fossero temi primi da cui si inizi insieme a percorrere l'innovazione della sinistra, della nostra cittadinanza all'interno di essa, e con cui la sinistra possa tornare a farsi creatrice di futuro. Vogliamo rendere plastico il conflitto tra la/le generazione/i a(v)venire e i predoni del futuro. Sarà una splendida occasione per incrociare le nostre idee anche con compagni con cui speriamo presto di camminare più stretti al fianco. Un'occasione per aprirsi anche a chi ci è vicino ma non sovrapposto, per ascoltarne il portato altro e farlo nostro. Un inizio di contaminazione che possa farsi sintesi ulteriore e avanzata. L'inizio di un nostro contributo pesante e pensante a SD e alla sinistra tutta che ci veda protagonisti a tempo pieno di un tempo che non vorremmo ci sfuggisse: il nostro. Nell'attesa del 26 gennaio sin da subito chiediamo a tutti i/le compagni di contribuire e costruire con idee, progetti, sogni, proposte e quant'altro su questo sito, sui nostri blog, su aprileonline, nelle sedi varie dove si esplica la nostra attività: scuole, università, sezioni, posti di lavoro, ecc..

Non vogliamo solamente inventare una nuova storia, vogliamo costruire un'altra realtà.

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