Berlusconi sproloquia quando dice che c’è un unico voto che conta, o al Pdl o al Pd e che il resto è sbagliato, perfino pericoloso perché frantuma. Noi vogliamo tranquillizzarlo perché in Italia ci sarà una sinistra unita”. Il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, replica così a Silvio Berlusconi che oggi ha definito sprecato un voto dato ad altri che non siano Pdl e Pd. “La partita - avverte il segretario del Prc - non si gioca solo tra una destra aggressiva e populista e un centro rappresentato dal Pd. In Italia ci sarà una sinistra larga e forte, che è sicuramente incompatibile con questa destra, è alternativa e non accetterà mai governi di larghe intese. Questa sinistra è la garanzia per la rappresentanza del mondo del lavoro e per coloro che in Italia vogliono costruire un’alternativa”. E’ proprio il lavoro infatti il tema che, secondo il presidente della Camera e papabile leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti, deve mettere al centro del suo impegno. “Il conflitto di lavoro, come conflitto di classe, fondamento della politica della trasformazione, torna ad occupare la scena della politica - afferma Bertinotti -. Non ci sono vie di fuga, il toro va afferrato per le corna. La sinistra deve affrontare la sfida del lavoro salariato contemporaneo, sia sul terreno pratico che teorico, sia sul versante del conflitto e della sua organizzazione, che sui rapporti sociali, sia sulle proposte per una nuova legislazione del lavoro e sociale che sui sistemi e i contenuti contrattuali, sia sui termini quotidiani della contesa che su quello strategico di società”. Quanto alla ”precarietà - ammonisce - non è solo una questione economica. E’ anche una malattia sociale con effetti negativi sui modi di essere, perché se si ruba il futuro a una intera generazione c’è il rischio concreto che la crisi sociale possa avvitarsi”. Ma la centralità di questi temi non fanno della Sinistra, secondo il leader di Sd Fabio Mussi, una forza candidata all’opposizione. “Non esistono forze politiche pesanti che non partano da ambizioni di governo, poi capita di stare anche all’opposizione. E’ una questione di ragione democratica. In quel caso - sottolinea Mussi - l’opposizione deve anche essere forte e creativa”, come affermato oggi in un’intervista da Fausto Bertinotti. L’ex leader del correntone Ds attacca quindi il Partito democratico: ”Il Pd dice noi andiamo da soli perché il programma non è trattabile. Ma io chiedo, quale programma? Non vedo proposte su argomenti come lavoro, economia, diritti civili, questione morale. Io credo, invece, che la Sinistra Arcobaleno presenterà una linea programmatica forte e credibile”. Vi è la “consapevolezza che non siamo in un passaggio qualunque, ma in un momento cruciale. La posta in gioco è molto alta, non c’è in ballo solo la maggioranza e il governo, che pure sono cose non secondarie. Un Berlusconi tris non è uno scherzo. Per questo c’è molta preoccupazione per la scelta del Pd di dichiarare chiuso il centrosinistra. Nessuno dice di riproporlo a vita, ma bisogna almeno mantenere la prospettiva strategica di un governo di centrosinistra”. Quanto a Silvio Berlusconi il ministro dell’Università lo accusa di avere un “concetto di democrazia da Pcus: tutti i voti non dati al partito comunista sovietico sono voti pericolosi. In democrazia il voto è libero, mai pericoloso - sottolinea Mussi - siamo già al bipartitismo coatto. Si potrebbe stilare la lista dei non votanti per Berlusconi, magari in un apposito sito”.
domenica 10 febbraio 2008
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