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mercoledì 4 giugno 2008

Dopo le leggerezze amministrative e le scriteriate scelte politiche la Regione Basilicata dia risposte immediate ai lavoratori di Marinagri

Sabato 31 maggio, il Consiglio Comunale di Policoro si riunisce in seduta straordinaria, aperta ai parlamentari lucani, agli amministratori regionali, a quelli provinciali, alle organizzazioni imprenditoriali e ai sindacati confederali, per discutere “… dello stato di crisi determinato dal blocco cautelare dei cantieri della società Marinagri con i relativi effetti negativi sul sistema economico ed occupazionale di Policoro e della zona”. Iniziativa importante, non vi è dubbio: sabato 31 maggio la “casta” sarà in movimento, tutti a Policoro, tutti si stringeranno attorno alla società Marinagri, al suo patron Vitale e ai lavoratori che hanno perso il posto (e quindi il reddito) per colpa dei sigilli del solito De Magistris. Nessuno escluso, l’intero arco partitico, maggioranza ed “opposizione” insieme per difendere imprese e lavoratori dai giudici. La vicenda Marinagri, con il suo portato drammatico, può essere assunta a icona del funzionamento del sistema di potere in questa regione. A livello istituzionale, a quanto pare, si è intervenuti con atti, oggi messi in mora dalla magistratura, come la modifica del Piano Paesistico di Area Vasta del metapontino, che ha consentito una gigantesca operazione speculativa. Politica e imprenditoria, in una spirale perversa tutta a spese del territorio e oggi dei lavoratori dei cantieri di Marinagri, avviluppati dentro il dramma della perdita del posto di lavoro. La rabbia dei lavoratori è più che mai legittima, in un contesto economico-sociale in continuo e progressivo smantellamento. Oggi più che mai la rabbia di chi perde il posto di lavoro è giusta. Ciò che invece è tremendamente ingiusta è la strumentalizzazione che il ceto politico, diretto e principale responsabile della precarizzazione di vita di questi lavoratori (come di quelli, per esempio, della CIT Holding), sta operando senza ritegno per offuscare le proprie responsabilità. La cecità dorotea di questa classe dirigente –contraddistinta da forti elementi di trasversalità– sta portando la società lucana verso il baratro. Per questo oggi ai lavoratori dei cantieri dell’area portuale (sarebbe bello anche accennare a quell’altra area portuale, anch’essa con un “pezzo” sotto sequestro giudiziario, quella dell’aulica “Argonauti” alla foce del fiume Basento) le risposte deve darle la Regione Basilicata, responsabile insieme agli amministratori del Comune di Policoro, di aver consentito, stando alla puntuale ricostruzione della magistratura, uno scempio ambientale di proporzioni abnormi (come da tempo segnalato dalle associazioni ambientaliste e dai comitati cittadini) che sottopone il territorio e i cittadini ad un ulteriore specifico rischio, quello del danno da esondazione che tutti scongiuriamo. Ovviamente la denuncia politica attiene ad un ampia discussione che deve poter essere inclusiva e partecipata dai cittadini che sul litorale lucano continuano ad accampare diritti. Da tempo Rifondazione Comunista denuncia che questo modello di sviluppo-turistico di massa è vorace di territorio e diritti. Nel merito della vicenda giudiziaria, esprimiamo una piena fiducia nell’operato della magistratura e la solidarietà al giudice De Magistris per i continui attacchi subiti nel corso degli ultimi tempi. A ciascuno le proprie responsabilità.

Vincenzo
Dambrosio

Capogruppo PRC-SE Provincia di Matera

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