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lunedì 11 febbraio 2008

Bertinotti: "Ripartiamo dalle unioni gay"

Entro 24 ore la Sinistra L'arcobaleno definirà il simbolo con cui si presenterà al voto del 13 aprile. La coalizione, che indica Fausto Bertinotti come premier, sta anche lavorando al programma. È il deputato dei Verdi Angelo Bonelli ad indicare i temi principali: "laicità dello Stato, questione morale che coinvolge anche il Pd in alcune Giunte, lotta ai cambiamenti climatici e i salari". Diritti civili e laicità al primo posto dunque, e la pensa così anche Fausto Bertinotti che, intervistato da Klaus Davi per Radio 105 assicura: "Nel programma del centrosinistra avevamo il riconoscimento delle unioni di fatto che non è stato realizzato per la pressione delle forze centriste e moderate. Se andassimo al Governo riprenderei da lì, proponendo certamente il nostro sì alle unioni gay. Penso che i diritti della persona siano una frontiera necessaria all'Europa per il presente e il futuro, e che su questo terreno ci voglia un riconoscimento delle diversità e dei diritti della persona come elemento fondativo della nuova cittadinanza". "Io credo fermamente che in tutte le istituzioni pubbliche, locali e nazionali, ci debba essere una rappresentazione di entrambi i sessi", prosegue il candidato premier de la Sinistra/l'Arcobaleno che non rinuncia certo alla battaglia contro il precariato: "Se dovessimo tornare al governo sia subito archiviata la legge Biagi. Del resto era già così nel precedente programma del centro-sinistra e purtroppo non è stato fatto". Non manca poi l'outing sulla vita privata: "Non mi pento di frequentare i cosiddetti salotti politici. Da sempre Lella ed io abbiamo fatto della frequentazione dei tempi non impegnati della politica una scelta di assoluta libertà. Penso che una società chiusa, dove ognuno sta nel suo mondo, piace tanto solo ai conservatori. La reclusione e il ghetto sono scelte verso cui ci battiamo moltissimo". Poi uno sguardo su alcune singole regioni: "Il governo è stato fatto cadere non dall'immondizia ma da Mastella", afferma Bertinotti che però non chiede le dimissioni del presidente della Regione: "Decida Bassolino se fare un passo in dietro. Quanto alla vicenda campana - aggiunge Bertinotti - ci sono responsabilità oggettive, colpevoli complicità con il peso dominante di grandi aziende che hanno fatto il bello ed il cattivo tempo. La stessa raccolta dei rifiuti è stata fatta in maniera colpevolmente ritardata rispetto alla differenziata. Ripeto: ci sono responsabilità che vanno indagate. Quanto a Bassolino, ci sono responsabilità oggettive per chi dirige una regione così importante, ma continuo a pensare che non si possa fare di Bassolino un capro espiatorio. Decida lui se fare un passo indietro". Nel frattempo, da Enna dove si sono riuniti i comitati a sostegno della candidatura Borsellino alla presidenza della Regione Sicilia -, trapela la notizia di un possibile ticket Bertinotti - Borsellino. La voce viene confermata dal coordinatore dei comitati, Alfio Foti, che però ha spiegato che "Rita è concentrata sulla Sicilia e per il momento non è interessata alle vicende romane".

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