Dopo il terremoto elettorale del 13-14 aprile la sinistra in parlamento non esiste più. Questa situazione ha incoraggiato Montezemolo e la nuova presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia a lanciare un’offensiva senza precedenti contro il lavoro dipendente. I padroni, forti del risultato elettorale, dell’accondiscendenza del Partito democratico e della subalternità dei sindacati, Cgil in primis, si sono fatti ancora più arroganti e preparano una vera e propria vendetta di classe.
Le ragioni della sconfitta della sinistra sono da ricercarsi nella politica del governo Prodi degli ultimi due anni. Il governo, si è reso responsabile tra le altre cose dello scippo del Tfr, della contro-riforma del welfare, di due finanziarie che hanno colpito i più deboli e favorito i settori privilegiati (basti pensare al taglio del cuneo fiscale). La condizione operaia e la precarietà si è inasprita ancor più, per giunta con la Cgil che riconoscendo in Prodi il “governo amico” non ha organizzato alcuna mobilitazione per contrastare questa situazione. La curva dei morti sul lavoro ha avuto un’impennata senza precedenti con gravissimi incidenti come quello della Thyssen-Krupp di Torino che ancora oggi grida vendetta al cielo.
È su questo malessere sociale che si può spiegare la vittoria del Pdl e il successo della Lega nel Nord Italia. Di fronte a una classe lavoratrice che è stata lasciata sola è naturale che in tanti si siano rifugiati nell’astensione o nel voto di protesta.
Berlusconi, Fini e Bossi non impiegheranno molto per dimostrare che la loro opzione è anche peggiore di quella di Veltroni e Prodi. Proprio per questo bisogna preparare per il futuro un’alternativa realmente di sinistra che parta dagli interessi fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori. Non ci serve l’ennesimo partito governista ma un partito di lotta e di opposizione che si costruisca a partire dal conflitto sociale.
Nonostante la Sinistra Arcobaleno sia stato un fiasco c’è chi persevera nel proporre la liquidazione di Rifondazione comunista. Come qualunque lavoratore sa, la maggior parte dei delegati più combattivi e tenaci nel difendere i diritti sui posti di lavoro sono comunisti. Questo non succede a caso ma si lega a una grande tradizione politica che un gruppo dirigente irresponsabile vuole cancellare.
Ci sarà nelle prossime settimane un importante congresso di Rifondazione Comunista, per il futuro della sinistra italiana e per le sorti del movimento operaio, nel quale si confronteranno 5 posizioni che brevemente riassumiamo:
- Giordano e Vendola che vogliono continuare sulla strada fin qui intrapresa che conduce alla dissoluzione del partito.
- Ferrero (alleato con Grassi) che propone la stessa linea seppure in tempi diversi e cioè la confederazione della sinistra arcobaleno. Per altro non è privo di responsabilità sulle scelte passate visto che era a capo della delegazione di governo del Prc.
- Russo con una mozione “ponte” tra le prime due senza un chiaro e definito profilo politico.
- I compagni dell’Ernesto che intendono formare un nuovo partito assieme al Pdci, il quale pur avendo tra le sue file molti bravi compagni è una forza guidata da dirigenti che più governisti non si può. Proprio sulla questione del governo Diliberto si era scisso da Rifondazione nel ’98.
- In ultimo chi propone una svolta operaia per Rifondazione. Sono quei compagni che da anni si battono contro la dissoluzione del partito e che non a caso all’ultimo congresso avevano presentato la mozione “Rompere con Prodi, preparare l’alternativa operaia”; l’unica opzione che proponeva una chiara linea di indisponibilità ad accordi con il centrosinistra con “paletti” o senza “paletti”. E che obiettivamente aveva previsto il disastro che si è verificato una volta entrati al governo.
Come delegati e attivisti comunisti, invitiamo tutti i lavoratori ad iscriversi a Rifondazione Comunista per partecipare a questa discussione. Siamo consapevoli che la migliore attività sindacale ha forti limiti se non è sostenuta dall’esistenza di un partito che raccolga al proprio interno i lavoratori più coscienti e sia in grado di organizzarli dando loro una rappresentanza sul piano politico e sociale.
Nelle fabbriche e nelle aziende c’è una gran rabbia che presto o tardi esploderà. Importanti contraddizioni tra base e vertice sindacale si apriranno. Tutto ciò rappresenterà un’occasione importante di riscatto per i lavoratori e per il nostro partito se sapremo dare fin da oggi una svolta alla politica del Prc.
Sosterremo il documento “Una svolta operaia, per una nuova rifondazione comunista” non solo perché quest’area aveva avvertito sui pericoli del governismo, ma anche perché non si è limitata a dirlo nelle riunioni di partito, ma ha difeso le proprie idee nel movimento, nel conflitto sociale, con l’intervento dei propri militanti dentro e fuori le fabbriche nelle grandi vertenze che hanno riguardato i lavoratori su Tfr, pensioni, contratti e ristrutturazioni in ogni angolo del paese.
Ovunque c’era uno sciopero, una manifestazione, un picchetto c’era sempre un compagno che con una mano dava un volantino di sostegno alla lotta e con l’altra offriva Falcemartello.
Questo congresso ci riguarda da vicino perchè tratta del nostro futuro. Unisciti alla “mozione operaia” perchè Rifondazione Comunista diventi quel partito dei lavoratori di cui abbiamo più bisogno che mai.
Le ragioni della sconfitta della sinistra sono da ricercarsi nella politica del governo Prodi degli ultimi due anni. Il governo, si è reso responsabile tra le altre cose dello scippo del Tfr, della contro-riforma del welfare, di due finanziarie che hanno colpito i più deboli e favorito i settori privilegiati (basti pensare al taglio del cuneo fiscale). La condizione operaia e la precarietà si è inasprita ancor più, per giunta con la Cgil che riconoscendo in Prodi il “governo amico” non ha organizzato alcuna mobilitazione per contrastare questa situazione. La curva dei morti sul lavoro ha avuto un’impennata senza precedenti con gravissimi incidenti come quello della Thyssen-Krupp di Torino che ancora oggi grida vendetta al cielo.
È su questo malessere sociale che si può spiegare la vittoria del Pdl e il successo della Lega nel Nord Italia. Di fronte a una classe lavoratrice che è stata lasciata sola è naturale che in tanti si siano rifugiati nell’astensione o nel voto di protesta.
Berlusconi, Fini e Bossi non impiegheranno molto per dimostrare che la loro opzione è anche peggiore di quella di Veltroni e Prodi. Proprio per questo bisogna preparare per il futuro un’alternativa realmente di sinistra che parta dagli interessi fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori. Non ci serve l’ennesimo partito governista ma un partito di lotta e di opposizione che si costruisca a partire dal conflitto sociale.
Nonostante la Sinistra Arcobaleno sia stato un fiasco c’è chi persevera nel proporre la liquidazione di Rifondazione comunista. Come qualunque lavoratore sa, la maggior parte dei delegati più combattivi e tenaci nel difendere i diritti sui posti di lavoro sono comunisti. Questo non succede a caso ma si lega a una grande tradizione politica che un gruppo dirigente irresponsabile vuole cancellare.
Ci sarà nelle prossime settimane un importante congresso di Rifondazione Comunista, per il futuro della sinistra italiana e per le sorti del movimento operaio, nel quale si confronteranno 5 posizioni che brevemente riassumiamo:
- Giordano e Vendola che vogliono continuare sulla strada fin qui intrapresa che conduce alla dissoluzione del partito.
- Ferrero (alleato con Grassi) che propone la stessa linea seppure in tempi diversi e cioè la confederazione della sinistra arcobaleno. Per altro non è privo di responsabilità sulle scelte passate visto che era a capo della delegazione di governo del Prc.
- Russo con una mozione “ponte” tra le prime due senza un chiaro e definito profilo politico.
- I compagni dell’Ernesto che intendono formare un nuovo partito assieme al Pdci, il quale pur avendo tra le sue file molti bravi compagni è una forza guidata da dirigenti che più governisti non si può. Proprio sulla questione del governo Diliberto si era scisso da Rifondazione nel ’98.
- In ultimo chi propone una svolta operaia per Rifondazione. Sono quei compagni che da anni si battono contro la dissoluzione del partito e che non a caso all’ultimo congresso avevano presentato la mozione “Rompere con Prodi, preparare l’alternativa operaia”; l’unica opzione che proponeva una chiara linea di indisponibilità ad accordi con il centrosinistra con “paletti” o senza “paletti”. E che obiettivamente aveva previsto il disastro che si è verificato una volta entrati al governo.
Come delegati e attivisti comunisti, invitiamo tutti i lavoratori ad iscriversi a Rifondazione Comunista per partecipare a questa discussione. Siamo consapevoli che la migliore attività sindacale ha forti limiti se non è sostenuta dall’esistenza di un partito che raccolga al proprio interno i lavoratori più coscienti e sia in grado di organizzarli dando loro una rappresentanza sul piano politico e sociale.
Nelle fabbriche e nelle aziende c’è una gran rabbia che presto o tardi esploderà. Importanti contraddizioni tra base e vertice sindacale si apriranno. Tutto ciò rappresenterà un’occasione importante di riscatto per i lavoratori e per il nostro partito se sapremo dare fin da oggi una svolta alla politica del Prc.
Sosterremo il documento “Una svolta operaia, per una nuova rifondazione comunista” non solo perché quest’area aveva avvertito sui pericoli del governismo, ma anche perché non si è limitata a dirlo nelle riunioni di partito, ma ha difeso le proprie idee nel movimento, nel conflitto sociale, con l’intervento dei propri militanti dentro e fuori le fabbriche nelle grandi vertenze che hanno riguardato i lavoratori su Tfr, pensioni, contratti e ristrutturazioni in ogni angolo del paese.
Ovunque c’era uno sciopero, una manifestazione, un picchetto c’era sempre un compagno che con una mano dava un volantino di sostegno alla lotta e con l’altra offriva Falcemartello.
Questo congresso ci riguarda da vicino perchè tratta del nostro futuro. Unisciti alla “mozione operaia” perchè Rifondazione Comunista diventi quel partito dei lavoratori di cui abbiamo più bisogno che mai.
Info: 3392107942 – 3405041453
adesioni: mozioneoperaia@marxismo.net
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